Sul marciapiede o sulle strisce. Ma i più intrepidi non disdegnano nemmeno un riposino in mezzo alla strada. Che sia per pochi minuti o per tutta la notte poco importa. La città è una giungla, ma ogni zona ha le sue regole precise.
Basta un trancio di pizza buon mercato, come a Castro Pretorio, per giustificare la tripla fila ed eventualmente la quarta. «N’attimo che sto a prende il caffè», grida un uomo a una donna attaccata al clacson su via Merulana. «Stavo qua davanti, stai carma » , scuote la testa poi quasi infastidito. Le scene ogni giorno sono sempre le stesse. E a farne le spese, oltre al traffico sono anche i mezzi di trasporto pubblici, che spesso rimangono in trappola.
All’Esquilino, per poter passare in viale Emanuele Filiberto, si è costretti a invadere le rotaie del tram. Mentre in Prati, nelle strade a ridosso dei tribunali, è una guerra per residenti e frequentatori.
L’alternativa, oltre alle poche strisce blu, sarebbe acquistare un posto auto. Ma per 20 metri quadrati vicino piazza Cavour si possono spendere anche 200mila euro. Meglio quindi la sosta selvaggia col rischio della multa, un incidente quasi calcolato per i romani che si spostano in macchina.
Nel 2023 la polizia locale di Roma ha contestato oltre 900mila violazioni, circa 200mila in più rispetto al 2022. Di queste circa 500mila riguardano le soste irregolari. A conti fatti sono quasi 1400 al giorno.
120mila sanzioni riguardano il mancato rispetto della segnaletica di divieto di fermata, il segnale più diffuso sulle strade capitoline. La sosta irregolare spesso costituisce anche un pericolo per gli automobilisti e per i pedoni, costretti a fare le gincane tra le auto parcheggiate alla carlona.
70mila sono le multe per le soste in prossimità degli attraversamenti pedonali ( anche se una quota è riferita alla mancata precedenza ai pedoni, contestata in caso di incidente).
A seguire ci sono le altre contestazioni: 60mila multe per la sola selvaggia. Mentre per quanto riguarda le soste su intersezioni, sul marciapiede e in doppia fila, il range va dai 30mila alle 50 mila per ciascuna irregolarità. Sotto le 30mila tutto le altre tipologie di sosta.
Le ore cruciali, in centro storico, sono quelle del mattino. In via Maria Adelaide a pochi metri da piazza del Popolo c’è un suv Maserati che in un colpo solo riesce a compiere quattro infrazioni. L’auto è parcheggiata sulle strisce pedonali e sul marciapiede, ad un incrocio e interrompe anche il percorso per non vedenti.
In via Terni, zona San Giovanni, una Nissan Captur è messa in obliquo in un incrocio. Chi ha parcheggiato è un fenomeno della geometria: perché l’auto calpesta due distinte strisce pedonali. Quella di piazzale Clodio invece sembra un’istallazione artistica, in mezzo alla carreggiata ci sono due Smart, non è chiaro se siano state parcheggiate la notte precedente. Di evidente c’è che nessuna delle due macchine ha preso una multa. Un’altra Smart a poca distanza è parcheggiata in doppia fila, accanto alle strisce blu, dove effettivamente ci sarebbe anche parcheggio.
La scena è ancora più drammatica in via Romeo Romei con la doppia fila di auto che riduce la carreggiata a un vicolo. Inviale dei Cavalieri di Vittorio Veneto, a poca distanza dal tribunale, il marciapiede serve per permettere la sosta di metà auto. L’altra metà è in mezzo alla strada. Qui le auto rimangono parcheggiate anche mezza giornata, prima che si chiuda la giornata lavorativa. In corso Vittorio Emanuele II un suv è fermo in mezzo alla strada in prossimità delle strisce. La macchina occupa metà della carreggiata lasciando un pertugio per chi vorrebbe immettersi. La sosta irregolare breve è una peculiarità soprattutto nei quartieri meno centrali.
Da Torpignattara, al Pigneto, fino a San Lorenzo. In via Malatesta un’auto è ferma a un incrocio. Parte delle ruote coprono le strisce pedonali. Scatta il verde, l’auto rimane ferma. D’altronde non c’è nessuno alla guida. In via Alessi in prossimità di un cancello, c’è un’auto che invade un marciapiede.
Un disabile con la macchina elettrica è costretto sfiorare il muro per passare. A poca distanza sulla via Casilina due terzi della strada sono un parcheggio. Ci sono le auto in sosta vietata anche in prossimità della fermata dell’autobus. Un uomo è sceso da una Tipo per una commissione veloce. E ha optato per un comodo parcheggio a spina. La parte posteriore della sua macchina invade l’unico tratto di strada rimasto libero.
Fonte: Repubblica Roma