Siamo sconvolti e addolorati per le tragedie che hanno causato vittime sulle strade, in particolare pedoni”: lo dichiara l’Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè.
Su via del Teatro Marcello – spiega Patanè – i dati sull’incidentalità non avrebbero mai fatto pensare a quel punto come ad un black point: negli ultimi tre anni, ad esempio, non erano mai accaduti incidenti con feriti gravi. Il punto su cui dobbiamo riflettere e che appare incredibile è che questi incidenti siano avvenuti nonostante la presenza di strisce pedonali e di una segnaletica ben visibile. Questo ci deve spingere a trovare soluzioni ancora più stringenti per fare in modo che comportamenti contrari alle buone regole di sicurezza stradale non continuino a causare vittime”.
Sappiamo che a Roma i soggetti deboli della mobilità come i pedoni sono le vittime più numerose, per questo abbiamo chiesto e ottenuto il finanziamento dal Ministero per i primi 40 black point pedonali e abbiamo progettato le prime 30, di 69, isole ambientali. Nel caso specifico di Via del Teatro Marcello dove si è verificato il tragico incidente di ieri – conclude Patanè – la Polizia Locale ha previsto, già da queste ore e per i giorni a seguire, la presenza di autovelox mobile. Abbiamo inoltre idea di progettare e attuare un’isola salva pedoni – simile a quella che è poco più avanti su Via Petroselli – che separi l’attraversamento pedonale in due parti, corredata da un rallentatore ottico e da cartelli bifacciali che permettono di vedere anche in lontananza che si è in presenza un attraversamento pedonale”.
Fonte: Comune Roma

Da Re di Roma a Termini gli attraversamenti non si vedono più

Nella città attraversata ogni giorno da milioni di studenti, lavoratori e turisti, nella maggior parte delle strade regna la più completa anarchia. E il rischio di essere investiti è praticamente costante, Non solo in periferia, ma anche nel centro storico. Su via delle Terme di Caracalla, ad esempio, le strisce pedonali hanno cambiato colore. E il grigio dell’asfalto è interrotto di tanto in tanto dal bianco.
Proseguendo su San Giovanni la situazione non migliora. Via Ardea, via Magna Grecia, piazzale Appio, via Fregene, Anche qui il bianco dell’attraversamento si confonde col nero dell’asfalto. In Piazza Re Di Roma, dove c’è un enorme rotonda, la situazione non cambia. Vicino alla scuola Carducci, inoltre, l’attraversamento dove dovrebbero passare i bambini è quasi nullo. Il rischio di una tragedia è dietro l’angolo. Cosìcome nel sottopassaggio di Termini, tra via Mamiani e via Alfredo Cappellini. Sulla strada, strategica per pedoni e automobilisti, le strisce sono un ricordo del passato.
La situazione peggiora nei quartieri universitari, abitati per lo più da studenti fuori sede, che molto spesso non hanno l’automobile. A piazza Bologna, ad esempio, è impossibile attraversare le strisce pedonali in sicurezza. Il manto stradale è zebrato e scolorito È così all’incrocio con Via Ravenna, con Viale XXI Aprile e con Via Michele di Lando. Ben evidenti sono quelle all’incrocio tra la piazza con i murales di Falcone e Borsellino e Via Lorenzo il Magnifico, lungo la quale però, andando avanti in direzione della stazione Tiburtina, tornano a esserci attraversamenti sbiaditi, come all’incrocio con Via Giovanni da Procida.
Nemmeno in prossimità dei parchi per i bambini si può attraversare in tranquillità. Di fronte all’area giochi Pavolandia, in zona Tiburtina, le strisce pedonali sono ormai quasi impercettibili.
Lì durante i pomeriggi di sole decine di mamme e papà, insieme ai loro piccoli, riempiono il parco di sorrisi e risate, ma prima di oltrepassare il cancello devono sopravvivere all’attraversamento della strada. « Quando arriviamo a queste strisce stringo la mano dei miei nipotini con più forza e guardo a destra e sinistra molte volte prima di attraversare » , racconta un nonno che esce da Pavolandia. Non va meglio neanche vicino alle stazioni della metro. Come le strade che portano alla fermata Monti Tiburtini, dove gli attraversamenti pedonali sono poco più che intuibili. Ricordi di bianco che resistono sotto le aut o che corrono a tutta velocità.

Un anno di sangue Nel 2023 già 155 vittime

I dati iniziano a essere quelli di un’emergenza. 155 morti dall’inizio dell’anno tra Roma e provincia. 33 complessivamente i pedoni. La cifra, considerando tutto il Lazio arriva a 57. In seconda posizione, con 40 pedoni, c’è la Campania. Un sesto dei pedoni uccisi in tutta Italia muore nella nostra regione, come emerge dall’analisi dell’Osservatorio dell’Asaps, l’Associazione amici e sostenitori polizia stradale.
La distrazione alla guida. Ma anche le strade pericolose e spesso prive di segnaletica. La morte di Francesco Valdiserri, che venne investito un anno fa mentre si trovava sul marciapiede della Cristoforo Colombo, doveva essere il punto di non ritorno. La tragedia da cui ripartire per garantire maggiore sicurezza stradale. La realtà dice altro. Perché a Roma chi cammina rischia di morire. Ovunque. Come Valdiserri, anche Emmanuele Catananzia a Tor Bella Monaca è stato travolto da un’auto mentre si trovava sul marciapiede. Alla guida del suv, un 18enne senza patente. Non aveva la patente nemmeno Ananutei Dorinei, il 20enne romeno che lo scorso settembre sulla via Casilina, a Finocchio, ha investito il 13enne Eissa Mohamed Eidesouky. Il 20enne andava così veloce che il bambino è volato per oltre trenta metri. Poi, l’uomo, è anche fuggito lasciandolo sull’asfalto. All’inzio di ottobre Danilo Campinelli, 71 anni, era stato falciato mentre attraversava via dei Monti Tiburtini. Gabriele Bianchi aveva 63 anni, quando il 25 gennaio è stato investito sulla la via Casilina da una moto. Il giorno dopo, nel quartiere di Torre Angela, Lorena Mora Narvalez, 50 anni, è stata falciata da una Panda. Kiiru Elvis Munyi di anni ne aveva solo 24. Dal Kenya era venuto a studiare. Prima a Siena, poi a Roma. Il 28 gennaio è finito sotto un pullman navetta in piazza Re di Roma. Per giorni la sagoma del suo corpo è rimasta impressa sull’asfalto. Nessuno si è preoccupato di ripulire l’area. Sua madre, venuta dalla Germania , è svenuta sul luogo del delitto.

fonte: Repubblica Roma