Venticinque metri d’altezza per 185 tonnellate. Un braccio operativo che arriva fino a 22 metri e un software nel ‘cuore’ per essere controllato da remoto.E’ la gigante idrofresa che si occuperà di scavare le pareti perimetrali nel cantiere della stazione della Metro C a Piazza Venezia.

Il macchinario appena arrivato è stato costruito proprio per la grande opera della capitale: addirittura ci sono voluti 4 tir per trasportarlo. « In genere le idrofrese vengono utilizzate per scavi con una profondità che varia i 40 e i 70 metri, in questo caso si arriva fino 85, un record per le stazioni delle metropolitane romane e una reale sfida ingegneristica, anche considerato il contesto», fanno sapere dal Gruppo Trevi, che comprende la Soilmec, l’azienda di Cesena che ha costruito il grande macchinario commissariato da Metro C.

L’attività dell’idrofresa procederà in parallelo con le altre lavorazioni del cantiere, già avviate nella parte centrale della piazza, come l’esecuzione di carotaggi archeologici.

In particolare l’idrofresa sarà impiegata nella realizzazione di circa 55 mila metri cubi di diaframmi perimetrali in cemento armato della stazione. Si realizzerà così una scatola idraulicamente isolata, che consentirà poi di scavare l’interno della stazione in massima sicurezza.

L’idrofresa è una macchina imponente: 24,5 metri d’altezza operativa, 185 tonnellatedi peso (17 tonnellate di contrappeso), 120 metri di profondità massima di taglio, 8 linee idrauliche, 22 metri di braccio operativo e 6000 millimetri di raggio lavoro. Inoltre quando scava in verticale, il margine di errore è del 0,2%, testato fino a 250 metri di profondità. Il controllo della verticalità è stato assicuratoper mezzo di sensori a doppio o triplo asse: per i pannelli ad altissima profondità Soilmec ha definito uno speciale sensore a triplo asse che garantisce un’incredibile precisione per scavi lunghi e profondi.

A rendere unica la macchina, la possibilità di controllarla anche da remoto tramite un software all’interno: il Drilling Mate System. Consente anche di modificare all’occorrenza e sul momento la verticalità e l’asse di scavo del pannello.

«L’idrofresa è un gigante che combina tecnologia e design per accelerare i tempi di lavoro, operare con elevata precisione e in spazi ridotti, riducendo rumori e vibrazioni » , continuano a spiegare dal Gruppo Trevi.

Un’altra novità è la presenza della SM- 13e, una macchina totalmente elettrica per lavori di perforazioni e consolidamenti: servirà per costruire dei micropali per rafforzare le pareti.

Fonte: Repubblica Roma