«Attaccati al Tram» questo il messaggio della puntata romana della campagna itinerante di Legambiente «Città 2030: le città e la sfida del cambiamento», organizzata nell’ambito della Clean Cities Campaign per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni. Il tram, in particolare, è la futura tramvia TVA, Termini – Vaticano – Aurelia, i cui cantieri dovevano partire entro quest’anno ma (dato che non si farebbe in tempo a completarli prima del nuovo Anno Santo) partiranno dopo il Giubileo, nel 2026. Ad ogni modo per l’associazione ambientalista «resta un pilastro per la trasformazione positiva della mobilità a Roma».

Troppe 64 auto ogni 100 abitanti: nell’Urbe il tasso di motorizzazione va ridotto del 45% per rientrare entro i parametri previsti dagli obiettivi 2030.

«Nella capitale potenziamento del trasporto pubblico, pedonalizzazioni, fascia verde, congestion charge, ciclabili, sono ciò che serve per garantire qualità dell’ambiente e della vita, maggior sicurezza, e riduzione dei divari sociali nella mobilità».

Un appuntamento questo romano che oltre ad un flash mob per il tram TVA ha visto l’associazione Cigno Verde presentare i dati della scheda Roma 2030. E la Capitale è lontana da ogni possibile traguardo. Per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica Roma deve ridurre del 37% la presenza di NO2 media in atmosfera, del 21% delle PM2,5 e del 17% delle PM10. E per raggiungerli l’altissimo tasso di motorizzazione romano con 64 auto ogni 100 abitanti, per rientrare nei parametri 2030 va ridotto di oltre il 45% e di oltre il 67% quello di incidentalità. Lontano l’obiettivo, inoltre, dei 1.000 km ciclopedonali, con i soli 320 km attuali. La flotta dei mezzi di trasporto pubblico locale (TPL) è solo al 35% di elettrificazione totale, principalmente legata alle metropolitane e ai pochi tram romani. Anche l’ obiettivo di aumentare la sharing mobility fino a 30 mezzi ogni 1.000 abitanti è ancora lontano, attualmente fermandosi a soli 10 mezzi.

Ill Tram TVA in ritardo resta «un pilastro tra i cantieri della transizione ecologica di Roma – commenta Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – in grado di trasformare positivamente la mobilità nel cuore della capitale. Il percorso di condivisione che per un mese ha coinvolto la cittadinanza attiva, l’associazionismo e gli stakeholder della mobilità urbana, ha reso il progetto ancor più bello e ricco di soluzioni tecnico-culturali migliorative. Ora, con tempi certi e determinazione, andranno accompagnati i cantieri per generare questo e tutti i progetti di nuovi tram, migliorando la qualità della vita e dell’ambiente di fronte al gap con le altre città europee e di fronte all’obiettivo di neutralità climatica 2030, abbattendo l’enorme numero di autovetture in circolazione e contribuendo con forza, da Roma, nella sfida globale contro la febbre del pianeta».

Nelle ultime settimane, infatti, il progetto del tram Termini -Vaticano – Aurelio è stato sottoposto ad un vasto percorso di condivisione che ha messo insieme un ampio gruppo composto da cittadinanza, associazionismo, tecnici e studiosi. «Questa grande fase di partecipazione – ha detto Amedeo Trolese responsabile mobilità di Legambiente Lazio – ha dimostrato, da una parte quanto la stragrande parte delle persone che vivono, studiano o lavorano a Roma abbia accolto con enorme favore il progetto, e dall’altra quanto sia possibile migliorare ampiamente un progetto simile, proprio grazie ad ascolto e confronto collettivo. L’arricchimento della tramvia con la progettazione di riqualificazione degli spazi urbani messa in campo da La Sapienza, la genesi di un osservatorio permanente che continuerà dal basso ad accompagnarne la realizzazione, le soluzioni tecniche migliorative su tutto il percorso, sono la dimostrazione plastica che quando la politica torna ad incontrare le persone, ogni opera può migliorare e, se si riuscirà a garantire tutto con le coperture economiche necessarie, avremmo dato vita insieme a uno dei più grandi percorsi di rigenerazione urbana che si ricordi nella Capitale».

«Roma è una delle città con il più alto tasso di incidentalità, questo è chiaramente dovuto all’ assoluta centralità che i mezzi a motore hanno nella mobilità cittadina. Ridurre la velocità per ridurre la violenza stradale — conclude Anna Becchi coordinatrice della campagna “Streets For Kids” per Clean Cities — è un pezzo importante del processo di ricostruzione di città per tutti: bambini, anziani, disabili, ciclisti, pedoni, automobilisti».

fonte: Corriere.it