Roma Metropolitane è salva e con lei, lo è la più importante infrastruttura della Capitale e non solo: la linea C. Grazie a un’inedita intesa tra il Pd del Campidoglio e la Lega al governo, il disegno di legge approvato ieri dalle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera e due giorni fa dal Senato, non solo aumenta i poteri del commissario dell’opera Maria Conti. Permette anche di risolvere un problema atavico della municipalizzata del Comune nonché stazione appaltante della linea C: il pagamento dei lavoratori. Senza di loro non c’è metropolitana che possa essere realizzata e neanche immaginata, ma nonostante questo, per anni le retribuzioni sono saltate e persino le fotocopiatrici sono state portate via dalla sede perché non c’erano soldi in cassa.

Dopo la conversione in legge del ddl, invece, i soldi per i loro stipendi deriveranno direttamente dal quadro economico degli interventi: per farla semplice, massimo il 9% dei fondi stanziati dal governo sarà destinato ai dipendenti di RM e agli strumenti di cui hanno bisogno per lavorare. Significa che dei 3 miliardi e 9 milioni dedicati all’opera in parte da Draghi in parte dal governo Meloni, fino a 2 milioni e mezzo al mese saranno dedicati ai lavoratori e alleloro necessità.

Con queste cifre, potrà anche essere rinforzato l’organico ora ridotto all’osso e la copertura economica durerà ben 12 anni, quelli necessari per realizzare la stazione di Venezia e poi le tratte fino a Clodio ( T2) e a Farnesina ( T1). Inoltre il commissario potrà usare fino a 100 milioni di euro per i maggiori costi della T3 ( Porta Metronia e Fori Imperiali). Chiudendo finalmente i vecchi contenziosi.

La misura è passata grazie ad alcuni emendamenti targati Lega. Nei giorni scorsi ci hanno lavorato ininterrottamente il sindaco Roberto Gualtieri che ha anche chiamato il ministro Matteo Salvini, l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, il capo di gabinetto Alberto Stancanelli, il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi e la stessa commissaria Conti. « Parliamo di una nuova era delle metropolitane a Roma e chiudiamo finalmente un periodo nero, durato anni, in cui la linea C e i lavoratori sono stati messi costantemente a rischio » , commenta l’assessore Patanè che ha anche intenzione «di affidare alla municipalizzata altre commesse relative ai tram e lo stesso potrà fare la commissaria Conti». E poco cambia se ci sarà la fusione con Roma servizi, perché Roma Metropolitane continuerà a fare da stazione appaltante.

L’intesa tra Pd e Lega riporta ai giorni in cui, nel 2019, i due partiti facevano le barricate per evitare la messa in liquidazione della municipalizzata da parte della giunta Raggi. RM era sull’orlo del fallimento anche perché, per volontà del Comune, veniva pagata solo dopo aver presentato la fattura dei costi sostenuti. Con la liquidazione, non poteva neanche avere nuovi incarichi a parte la metro C. Una modalità insostenibile che ora è stata finalmente archiviata.
L’azienda potrà, come stazione appaltante lavorare anche ad altri progetti.

fonte: Repubblica Roma