Pedalare a Roma non è un gioco da ragazzi. Sebbene il sito Servizi per la Mobilità della Capitale segnali una rete ciclabile di circa 321 km, i ciclisti romani si trovano spesso a percorrere tratti frammentati e poco funzionali.
Sandro Calmanti di Salvaiciclisti Roma puntualizza: « Non si può parlare di rete perché manca una ciclabile nel centro storico che colleghi il cuore urbano alle aree periferiche. A piazza Venezia i ciclisti sono costretti a condividere la strada con auto e motorini in condizioni che scoraggiano persino i più esperti. Le piste sono progettate più per non dar fastidio alle macchine che per incentivare l’uso della bicicletta » .
Del resto, « Roma è una città autocentrica – spiega Pietro, ingegnere specializzato in trasporti – non pensata per chi desidera muoversi in modo sostenibile. Io pedalo da sempre, ma mi assumo il rischio di potermi fare male».
Il traffico, l’inquinamento e la sosta selvaggia sono parte integrante del paesaggio capitolino, con prospettive di peggioramento in vista del Giubileo. Luca, un giovane romano di San Giovanni, usa la bici per andare a lavoro: « La ciclabile per me più vicina è quella di via la Spezia, ma è breve e scomoda costringendomi poi a finire in strada. Spero che venga realizzato il tanto promesso prolungamento fino alla Prenestina».
La ciclabile di via Tuscolana, con segnaletica sbiadita e corsie spesso invase da auto e scooter, rappresenta un pericolo costante. E non mancano poi le tensioni tra ciclisti e pedoni. Maria, impiegata in un ufficio su Lungotevere Flaminio, si lamenta della velocità sulla vicina ciclopedonale: «Se vogliono rispetto, devono anche darlo. I pedoni hanno diritto di precedenza; dovrebbero saperlo bici elettriche e monopattini. Senza poi contare le radici dei platani che sollevano l’asfalto».
Cambiando zona, lo scenario rimane lo stesso. Su viale Castro Pretorio vi sono due corsie dedicate alle bici, una per senso di marcia, ma la segnaletica poco visibile scompare in alcuni punti, confondendosi con quella delle auto. «Il tracciato finisce all’incrocio con via Palestro – denuncia Alessandra, studentessa della Sapienza – dentro le strisce blu, impedendo l’uscita dalla corsia».
A pochi metri si trova il cantiere della contestata ciclabile Termini- Sapienza, riaperto a settembre: « Non sarà risolutiva – prevede Calmanti – perché è breve e con pochi attraversamenti sicuri, costringe a perdite di tempo e non verrà utilizzata ».
Più a Sud della città, alcuni residenti apprezzano invece percorsi meno congestionati. Vincenzo, abitante di Mezzocammino, descrive la ciclabile di Tor di Valle come la sua preferita per la relativa assenza di ostacoli: « Uso spesso la bici grazie a Google Maps che mi fa scoprire nuovi percorsi. Ma, nelle zone più trafficate, pedalo fuori dalle ciclabili per evitare passeggini, cani sciolti, asfalto dissestato e cespugli non potati.
Alcuni percorsi finiscono Restando nel IX municipio, Chiara Spina di Salvaiciclisti Roma racconta di un recente incidente avvenuto nei pressi della rotatoria di piazza Monte di Tai, dove ha soccorso un ciclista tamponato. «Quella zona è pericolosa. Pedalo per scelta”.
L’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè ha annunciato il tanto atteso Biciplan, con l’obiettivo di realizzare circa 850 km di ciclabili. Nel frattempo sono stati aperti due lotti del Grab, completata la Ciclovia delle Valli, proseguono i lavori della pista Monte Ciocci- San Pietro e della Termini-Sapienza. L’auspicio è che queste infrastrutture vengano progettate in modo funzionale e accessibile a tutti, non solo ai ciclisti più accaniti. Intanto continuano le iniziative dal basso a colpi di vernice e pennello.
Lo scorso 12 novembre un gruppo di anonimi ciclo-attivisti notturni si è dato appuntamento per ridipingere il tratto della Tuscolana, all’altezza di Santa Maria Ausiliatrice, sbiadito e spesso occupato da auto in sosta che rendono difficoltoso l’accesso per il “bike to school”.
fonte: Repubblica