Che aria tira a scuola? Aria « pericolosa» che allarma. In tutte le 133scuole torinesi campionate il valore del biossido di azoto è oltre quello raccomandato dall’Organizzazione mondiale della Sanità e in una su 10 supera i limiti di legge. È la fotografia che arriva dalla campagna di monitoraggio civico “ Che aria tira?” firmata dal Comitato Torino Respira che mostra come a 5 anni dalla prima edizione « la situazione è rimasta stabile con miglioramenti ancora molto limitati». Negli ultimi quattro anni sono state 26 le scuole che hanno ruotato nella classifica delle 10 più inquinate, « con valori abbondantemente sopra i limiti di legge». Tra queste la Danilo Dolci di via Reiss Romoli, la De Panis di via Ala di Stura, la Chagall di via Cecchi. La situazione, in città come per le scuole, peggiora nelle zone di periferia « aree anche più esposte a problemi economici e sociali».
Il comitato ha analizzato i dati raccolti attraverso i campionatori passivi. Ben 546 risultati grazie a provette diffuse con il coinvolgimento di cittadini, scuole, associazioni e organizzazioni di volontariato. Provette che fotograno il biossido di azoto, «un inquinante importante in quanto è di per sé pericoloso per la salute umana ed è un precursore del particolato fine, quindi PM10 e PM2,5, e dell’ozono, gli altri due inquinanti per i quali l’aria a Torino è spesso fuorilegge», spiegano dal comitato.
Il rilevamento è durato un mese, dal 2 febbraio al 2 marzo: ha coinvolto 81 indirizzi privati, tra cui sei vicine alle centraline Arpa per validare i risultati, e 133 scuole a Torino, soprattutto infanzia e superiori, « per sensibilizzare i genitori dei bambini più piccoli e i nuovi adulti». Altre 300 provette, invece, sono state installate in Piemonte e in Val di Susa, dal Politecnico di Torino, per determinare quanto pesa il traffico verso Torino. «Siamo arrivati a un punto di stasi che ci dice di cambiare passo: gli effetti delle misure già prese sono esaurite», spiega Roberto Mezzalama, presidente del comitato.
La stima, aggiunge, «è che tutta la città, a parte la collina, viva con concentrazioni di biossido di azoto considerate pericolose dall’Oms, perché superano i 10 microgrammi al cubo. E in alcuni punti quei valori sono di oltre quattro volte il consigliato, punti che si concentrano in aree periferiche e con meno servizi. C’è quindi un tema di salute ma anche di giustizia sociale ».
Allarma, aggiunge «soprattutto la situazione delle scuole, e per questo invitiamo l’assessora Foglietta ad accelerare la realizzazione di strade scolastiche e di zone libere dalle auto intorno alle strutture, a partire da quelle che abbiamoindividuato come le più critiche » .
L’invito di Mezzalama è proseguire sul progetto Torino Città 30 « e migliorare il trasporto pubblico soprattutto nelle periferie che, oltre ai molti altri problemi, soffrono anche dell’aria più inquinata in città » . Dai dati regionali il 71% di produzione di emissioni di No2 arriva dal traffico « ma sono dati del 2015. Potrebbero essere migliorati i risultati con aziende che hanno chiuso, popolazione diminuita e smartworkling, ma non sappiamo come sono le proporzioni ».
Nel frattempo il comitato, che continua con azioni di sensibilizzazione e informazione e invita i cittadini ad aderire e tesserarsi per unire le forze, ha anche avviato azioni legali. «Ci stiamo provando anche con il diritto e lo stiamofacendo su tre fronti, penale, civile e amministrativo», spiega l’avvocato Giuseppe Civale, uno dei legali del comitato.
Sul fronte penale l’esposto ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di vari amministratori regionali e comunali, tra cui Sergio Chiamparino e Chiara Appendino, «stiamo attendendo che siano fissate le udienze. Sul fronte civile — aggiunge — èin corso la causa promossa dai genitori di un bimbo affetto da asma e altri disturbi bronchiali, e infine sul fronte amministrativo, il comitato è impegnato a contestare delibere regionali che si contraddistinguono per una certa contraddittorietà, dove lo stesso soggetto introduce limitazioni strutturali, come circolazioni di alcuni veicoli, e introduce la deroga».
Fonte: Repubblica Torino