Per ora è solo un’idea ma il Comune sta pensando di sperimentare i superblocchi pedonali sul modello di Barcellona a Borgo San Paolo e in altre zone della Circoscrizione 3.

Nella città spagnola questi spazi sono accessibili solo alle auto dei residenti e non a tutti gli altri automobilisti a cui invece viene garantito di percorrerne i perimetri. Chi può entrare nei superblocchi deve invece viaggiare a meno di 30 chilometri orari. In modo che i quartieri vengano restituiti ai bambini, agli anziani, alle famiglie.

Si tratta insomma di una sorta di zone a traffico limitato che liberano oltre il 70% della superficie in precedenza occupata dalle auto, riducendo il rumore, migliorando la qualità dell’aria e fornendo lo spazio pubblico necessario per installare tavoli da pic- nic, aree giochi e alberi.

«Per ora è solo una possibilità. Dobbiamo prima parlarne con i cittadini, sentire come la vedono e poi faremo le nostre valutazioni», spiega l’assessora all’Ambiente Chiara Foglietta.

Intanto il Comune ha già partecipato a un bando della Regione per poter trovare risorse con cui attrezzare con più panchine, fioriere e cartellonistica eventuali aree da rendere meno accessibili alle auto.

«Se dovessimo fare il grande passo dei superblocchi, potremmo avviare una sperimentazione per settembre, durante la settimana europea della mobilità e nel caso l’esperimento funzionasse, potremmo trasformare i superblocchi in qualcosa di definitivo. Un po’ come successo con le aree car free davanti ad alcune scuole torinesi » . Un’idea davvero innovativa per Torino.

Il progetto spagnolo era nato da un’intuizione dell’urbanista Salvador Rueda, direttore dell’Agencia Ecologia Urbana de Barcelona,che aveva immaginato queste conformazioni già nel 1987. Ogni superblocco nella capitale catalana è composto da nove isolati, all’interno del quale pedoni e ciclisti hanno la priorità. All’esterno i veicoli possono invece viaggiare a 50 chilometri orari.

Una scelta che non dovrebbe essere tanto difficile da applicare visto che a Torino la velocità media è già di 28 chilometri orari. « Un’auto che va a 30 all’ora fa meno rumore e mette meno a rischio la vita delle persone. Questo progetto è volto a migliorare la sicurezza e la vivibilità».

Foglietta però è abituata a muoversi un passo alla volta. E il prossimo passo sarà incontrare i cittadini per raccontare cosa succede a Barcellona e capire se sono disposti a fare qualcosa di simile a casa propria.

«Quando si impone qualcosa non funziona mai bene ecco perché io sto lavorando da mesi con le circoscrizioni per l’individuazione di zoneda trasformare in aree 30. Ed ecco perché un progetto così ambizioso come quello proposto dalla Circoscrizione 3 andrà valutato con attenzione, dopo averlo condiviso con il territorio e aver ascoltato le varie posizioni».

Cambiare non sempre è facile. Ma l’esperienza insegna che è possibile. E alle volte chi cambia non vuole tornare indietro. In via Monferrato, a Torino, i commercianti e i residenti non volevano la pedonalizzazione della strada che ora invece considerano un qualcosa a cui non rinunciare.

In piazza San Carlo più di un decennio fa le auto potevano parcheggiare e oggi nessuno mai vorrebbe riportare le cose al passato.
«Noi siamo fiduciosi», conclude l’assessora».

fonte: Repubblica Torino