«Il giudice ha disposto una consulenza tecnica per accertare se il bambino sia stato esposto a concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti previsti dalla normativa e a quelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità». È l’ultima novità nella causa promossa contro la Regione Piemonte dalla coppia di genitori di un bambino di 7 anni affetto da bronchite cronica, causata, secondo la loro tesi, dal problema dello smog.

A riferirla, in una nota del comitato Torino Respira, sono gli avvocati Giuseppe Civale e Luigi Gili, che assistono i genitori.

«Al consulente è altresì stato chiesto – aggiungono i legali – di accertare quali disposizioni non siano state ottemperate dalla convenuta. All’esito del deposito della consulenza, fissato per dicembre 2024, il giudice potrebbe valutare se disporre accertamenti sulle condizioni di salute del bambino».

La causa, promossa era iniziata a novembre del 2022: «respirare aria pulita e sana è un diritto di tutti, in tutta Italia. Dobbiamo rivendicarlo insieme« aveva dichiarato la madre. « mio figlio ha cominciato ad avere problemi ai polmoni a otto mesi: bronchiti acute. Vivere a torino non ha fatto che peggiorare la situazione».

Oggi si terrà invece la seconda udienza del “processo smog”, nato da un esposto di Torino Respira, che è parte civile insieme a Greenpeace Italia e Isde-Associazione italiana medici per l’ambiente. Sette ex amministratori comunali e regionali sono accusati di inquinamento ambientale colposo per non aver adottato sufficienti misure atte a migliorare la qualità dell’aria.

fonte: Repubblica