“La ciclabile di Largo V Alpini è continuamente ingombra di automobili e furgoni per il carico-scarico. La problematica è stata continuamente segnalata nel corso degli ultimi due anni alla polizia locale, da parte del sottoscritto con supporti fotografici, la quale non ha attivato mai alcuna misura a contrasto del problema nonostante il venerdì si svolga un mercato settimanale. La domanda che allora mi pongo è: perchè un corpo di polizia che dovrebbe garantire sicurezza e incolumità della popolazione non ascolta i suggerimenti della cittadinanza? E poi se mai dovesse verificarsi una tragica fatalità in quel tratto, si potrà mai definire fatalità?”.

Le foto che un lettore di Milano today ha inviato al giornale parlano da sole. File di auto, furgoni e camion parcheggiati senza remore sulla pista ciclabile in un tratto, come tanti, dove il cordolo di separazione non è presente. Il che permette facilmente agli automobilisti di lasciare in sosta le proprie vetture, noncuranti che così facendo chi viaggia in bicicletta è costretto a immettersi sul tratto stradale. Se fa in tempo.

La strada è di tutti e per la sicurezza degli utenti in bici il Comune ha provveduto ad assegnare ai ciclisti un pezzo preciso di carreggiata che non dovrebbe essere intaccato e utilizzato da altri mezzi. E anche se la sosta è di pochi minuti, come nel caso di chi si occupa dello scarico merci, per chi pedala può essere un grande rischio. Ci facciamo la stessa domanda del nostro lettore: qualora succedesse qualcosa di grave, e un ciclista rimanesse ferito (o peggio) a causa della noncuranza di chi abita la strada, si potrebbe parlare di fatalità? O meglio di qualcosa che si sarebbe potuto facilmente evitare?

fonte: Milano today