Ad aprile del 2023, con una conferenza stampa, il Comune annunciava il debutto di un sistema digitale che avrebbe dovuto rivoluzionare la mobilità della città, con i bus tracciati in tempo reale sulla app e pensiline con gli schermi elettronici che riportano gli orari di attesa.
Un anno e mezzo dopo, chi vuole sapere quanto deve attendere a una fermata, leggendo l’orario sugli schermi o consultando la app “Muoversi a Palermo”, non ha ancora risposte. In 18 mesi l’istallazione paline elettroniche non è stata ancora completata, e la app della mobilità risulta ancora “ in fase sperimentale”. Mentre da luglio scorso 35 nuovi bus elettrici, acquistati con i fondi del Pnrr, sono fermi nelle rimesse perché mancano ancora le colonnine di ricarica.
A dicembre del 2023, la Sispi, società partecipata che gestisce i servizi informatici comunali, ha montato e collaudato il sistema informatico che dovrebbe far funzionare le paline con gli orari dei bus. Ma da allora mancano gli allacci elettrici che il Comune ha affidato ad Enel.
«La Sispi – dice la presidente Giovanna Gaballo – ha fatto il suo dovere e ha montato le paline che gestisce dal punto di vista informatico, ma il Comune deve provvedere a collegare tutto al sistema elettronico».
Così, basta prendere il bus alla fermata della stazione centrale per imbattersi in uno schermo spento. Per di più in un capolinea da cui passano 13 linee della città, dove sono scomparse pure i vecchi cartelloni informativi dell’era predigitale, dove non ci sono mai stati gli orari, ma quantomeno le fermate e i percorsi dei bus.
«Purtroppo – dice Fabrizio Ferrandelli, assessore all’Innovazione digitale – i lavori di allaccio affidati a Enel sono stati lunghissimi, ma a giorni potremmo accendere le prime 10 paline e via via tutte le altre, dato che sono state collaudate».
La app “muoversi a Palermo”, invece, è ancora monca e “ in fase sperimentale”, come può leggere chiunque sullo smartphone. Concretamente è possibile accedere alla mappa con gps, visualizzare le fermate dei bus e le linee e anche consultare gli orari, ma non quelli in tempo reale. Cioè non è possibile tracciare il movimento del mezzo e gli eventuali ritardi, molto frequenti in una città, in cui circolano mediamente 135 mezzi su 182.
Questo è l’altro handicap dell’Amat in cui è tornato il programma di esercizio invernale. In attesa del completamento delle procedure di assunzione del personale di officina, l’azienda è costretta a spostare autisti alle mansioni meccaniche e lasciare così nelle rimesse un quarto dei bus, con tutte le conseguenze per la rete di trasporto della città, a partire dalle periferie. Inoltre, l’azienda non può contare su 35 mezzi nuovi di zecca, che servirebbero in primis per rafforzare le navette del centro storico e delle borgate marinare, dove le vie sono strette e servono bus piccoli. Mancano ancora le colonnine di ricarica elettrica, senza le quali i mezzi sono inutilizzabili. Soltanto in questi giorni sono stati firmati i contratti per realizzare i primi 10 punti di ricarica nella sede di Amat – secondo le previsioni del Comune – entro la fine del mese.
Fonte: Repubblica