Nelle città italiane mai così tante auto. Lo dicono i dati ISTAT

Dicembre 18, 2024

L’analisi di Clean Cities sullo spazio urbano occupato: con le auto in più immatricolate a Roma si potrebbe costruire un altro Colosseo; a Milano tre stadi di San Siro. E con nuovo Codice della Strada e tagli alla mobilità sostenibile, il rischio è sempre più automobili. Unica buona notizia: meno diesel, più elettrico.

Roma, 18 dicembre 2024 – L’ISTAT ha appena pubblicato i dati aggiornati sul tasso di motorizzazione nelle città italiane. Le auto private sono aumentate nel 2023, rispetto all’anno precedente, in tutte le città capoluogo di provincia e città metropolitana, quasi senza eccezioni.

La città con l’aumento più rilevante anno su anno è Torino, che ha visto aggiungersi ben 36 auto per mille abitanti, seguita da Cuneo, Pistoia, Bolzano e Salerno (tutte sopra le 20 auto in più per mille abitanti). 

In media nei capoluoghi di città metropolitana l’incremento è stato di 10 auto per 1000 abitanti: +15 auto a Catania, +14 a Reggio Calabria, +9 a Milano e Messina, +8 a Roma, Napoli e Bari, + 5 a Bologna e Firenze.

Anche a confronto con il dato pre-pandemia, c’è stato un netto aumento in tutte le città metropolitane, con picchi tra il 5% e il 6% a Milano, Napoli, Messina e Reggio Calabria.

“È un trend in preoccupante risalita” spiega Claudio Magliulo, responsabile italiano di Clean Cities, che insieme a Kyoto Club pubblica l’Osservatorio sulla mobilità urbana sostenibile. “Per qualche anno, almeno in alcune città, come Milano, il numero delle auto private era stato in flessione. Dopo la pandemia sono tornate a salire, e in numeri sempre più elevati. Già oggi in una città come Milano le auto occupano il 70% della superficie stradale. Lo spazio è finito”.

L’Italia è da tempo il paese con il più alto tasso di motorizzazione in Europa, che è passato da 59,6 auto per 100 abitanti nel 2015 a ben 64,6 auto per 100 abitanti nel 2023. Malgrado il calo dei salari reali e complice il cronico sottofinanziamento del trasporto pubblico locale e regionale, gli italiani scelgono sempre di più le auto private come mezzo di spostamento, con effetti negativi sulla qualità dell’aria, lo spazio pubblico e la sicurezza stradale.

I dati ISTAT sono particolarmente impattanti se rapportati al volume aggiuntivo di auto private.

Secondo l’analisi di Clean Cities:

  • Con le auto in più apparse sulle strade di Milano tra il 2019 e il 2023 si potrebbero costruire tre stadi di San Siro.
  • Le auto in più a Roma tra il 2018 e il 2023 sono abbastanza da ricostruire tutto un Colosseo.
  • Se si mettessero una sull’altra le auto in più apparse a Napoli tra il 2015 e il 2023, queste riempirebbero l’intera piazza Plebiscito con un totem alto dieci piani di lamiera.
  • Le auto in più a Bologna registrate tra il 2018 e il 2023 potrebbero punteggiare la città con altre dieci Torri degli Asinelli di metallo.
  • Con le auto nuove registrate a Torino tra 2021 e 2023 si riempirebbe metà dell’intero complesso industriale del Lingotto, dove è nata l’industria italiana dell’auto.

Tra le grandi città italiane, Napoli ha la più alta densità di veicoli per chilometro quadrato di superficie urbanizzata, oltre 7.500, seguita da Catania, Milano, Palermo e Torino, tutte sopra le 6.000 auto per km2. 

Se si prendono in considerazione, oltre alle auto, anche i motocicli, in alcune città i veicoli sono più degli abitanti stessi, ad esempio a Catania, dove per ogni 1000 abitanti ci sono 1048 tra auto e moto.

Il confronto con le grandi città europee è impietoso: a Londra ci sono 22 auto per 100 abitanti, 27 a Parigi, 33 a Berlino. 

“Si tratta di un’occupazione straordinaria di spazio urbano, un’invasione degli ultracorpi che passa sotto silenzio perché ci siamo ormai abituati al dominio incontrastato delle automobili. Tutti questi veicoli continuano ad inquinare l’aria, a contribuire alla crisi climatica con le emissioni di CO2 dalla combustione di benzina e gasolio, e a mettere sempre più in pericolo gli utenti vulnerabili della strada: pedoni e ciclisti in primis. Dobbiamo spezzare la nostra dipendenza dall’auto privata, potenziando le modalità alternative di trasporto e scoraggiando l’acquisto e l’uso delle automobili, a partire da quelle più inquinanti” commenta Claudio Magliulo.

Unica nota positiva è il (lento) rinnovo del parco veicolare, che sta avvenendo soprattutto a sfavore delle vetture a diesel, passate dal 37,6% al 35,2% del totale tra 2015 e 2023. Aumentano di quasi il 10% le vetture euro 6 e si riducono del 4-6% le classi da euro 5 in giù.

I veicoli elettrici sono in forte crescita percentuale, ma rappresentano ancora nel 2023 appena lo 0,64% del parco veicolare, con punte dell’1,1% a Milano. 

Numeri timidamente incoraggianti, ma largamente insufficienti a porre l’Italia sulla traiettoria di una rapida decarbonizzazione dei trasporti in linea con gli obiettivi di Parigi sul clima. 

Clean Cities e Kyoto Club sottolineano come le recenti politiche nazionali in tema di trasporti vadano nella direzione opposta a quella necessaria per portare le città italiane a un riequilibrio tra le diverse modalità di trasporto e alla necessaria elettrificazione dei trasporti. 

La riforma del Codice della Strada appena approvata rende quasi impossibile ai sindaci costruire nuove infrastrutture ciclabili, ridurre l’accesso delle auto, specialmente quelle inquinanti, ai centri urbani e sanzionare le infrazioni dei limiti di velocità, tra le altre cose.

La bozza della legge di bilancio azzera inoltre ancora una volta i fondi per la ciclabilità urbana, taglia 134 milioni di euro alle metropolitane e addirittura dimezza (-2,64 miliardi di euro) il fondo per la transizione verde del comparto automotive. 

Sul sito dell’Osservatorio sulla mobilità urbana sostenibile è disponibile un’analisi dettagliata dei dati, completa di grafici, per le 14 città metropolitane italiane e altre quattro città NetZero2030, a cura di Kyoto Club.

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