Un fiume di biciclette colorate ha invaso domenica il cavalcavia Monte Ceneri, per anni immaginato come corridoio verde tra i quartieri, ma ancora oggi dominato da auto, asfalto e smog. Migliaia di persone hanno partecipato alla pedalata organizzata da Legambiente, con cartelli “Città 30 subito” e “Scuole sicure”. Un messaggio chiaro: la città vuole muoversi in modo diverso, ma chiede sicurezza.

Le biciclette a Milano sono stimate in oltre due milioni, ma “la maggior parte resta in cantina”, avverte Piero Nigrelli di Ancma. Il motivo è noto: gli incidenti sono cresciuti del 26% in cinque anni, più velocemente delle infrastrutture ciclabili. Solo nel 2025 la Lombardia conta un quarto delle vittime in bici d’Italia; a Milano oltre mille incidenti gravi all’anno coinvolgono pedoni e ciclisti.

«Le ciclabili tracciate sulle grandi arterie finiscono spesso sotto le ruote delle auto in sosta – denuncia Guia Biscaro, ex presidente di Ciclobby –. I veicoli sono sempre più grandi, le strade piene di buche e i marciapiedi invasi». Biscaro propone un cambiamento di paradigma: introdurre una tariffa minima per l’occupazione del suolo da parte delle auto dei residenti, “senza paura di scontentare qualcuno”.

Il traffico che aumenta contribuisce anche all’effetto isola di calore: uno studio internazionale parla di una “cupola metallica” che può alzare di 4 gradi la temperatura urbana. Intanto, il Comune rivendica 332 chilometri di percorsi ciclabili tra piste, corsie, Zone 30 e tratti promiscui: ogni riqualificazione, spiegano da Palazzo Marino, prevede oggi una “valutazione ciclabile”. In corso i cantieri per la 90-91, piazza Stuparich e piazza Caiazzo; sotto osservazione il nodo della Ghisolfa. Ma molti progetti restano fermi dopo le modifiche al Codice della Strada che hanno rallentato le procedure.

«Non basta disegnare nuove linee sull’asfalto – avverte Enrico Bonizzoli, esperto di sicurezza –: ci sono piste già fatte ma con criticità evidenti, come in via Silla o via Novara». E a viale Brianza, dove ogni mattina migliaia di studenti attraversano la strada per raggiungere le scuole, la messa in sicurezza promessa resta legata ai lavori, ancora non partiti, del progetto Loreto.

Il Politecnico ha elaborato una mappa interattiva degli incidenti, base per un intervento “chirurgico” sui punti più critici. «Gli incroci restano i luoghi più pericolosi – spiega Luca Studer –. Serve lavorare punto per punto, partendo anche dalle segnalazioni dei cittadini». Tra le soluzioni: segnaletica orizzontale colorata, incroci ridisegnati, stalli bici avanzati.

«La normativa resta ferma a un modello auto-centrico – commenta Federico Del Prete di Legambiente –. Senza contrastare la sosta selvaggia e liberare lo spazio pubblico, ogni piano ciclabile resta un disegno incompiuto».

Monte Ceneri rimane così un simbolo sospeso: sopra il fiume di bici che chiede sicurezza, sotto quello delle auto che reclama spazio. «I quartieri di sopra e di sotto parlano già la stessa lingua, quella di chi si muove a piedi e in bici – conclude il consigliere comunale Marco Mazzei –. Ora serve il coraggio di chiudere il dossier». A novembre la giunta approverà le nuove linee guida: incroci “alla milanese”, corsie rosse e stalli avanzati per le bici.

Milano dovrà decidere da che parte far scorrere il suo futuro.

Fonte: Corriere.it