Alcune ricerche confermano come un sistema di trasporto insufficiente sia un veicolo di disuguaglianza sociale, di problemi alla salute, e in generale una limitazione nello sviluppo del bambino.

Per i bambini nella fascia 8-10 anni, le nostre città sono sempre più pericolose e inospitali. Mettendo insieme alcune ricerche inglesi, si vede come questa percentuale passa da un 90% degli anni Settanta, per calare al 70% nel 1990, intorno al 40% nel 2006, e circa del 25% oggi. In Italia i dati sono ancora peggiori: solo il 13% di chi vive in città, infatti, va a scuola da solo (dati ISTAT), e il 17% nei paesi.

Un problema è sicuramente dato dalla sempre maggiore percezione di pericolo: cala molto il numero di bambini che attraversa la strada da solo, o che si reca a casa degli amici in autonomia. Per il nostro Paese, anche se non ci sono dati su questo, pensiamo che incida anche molto l’interpretazione ultra garantista della minore età, per cui nel contesto scolastico i bambini devono essere guardati continuamente a vista da un adulto e consegnati a un genitore all’uscita da scuola, pratica non esistente in molti altri Paesi europei molto più attenti all’educazione all’autonomia.

L’abitudine ad essere accompagnati, spesso in automobile, è un problema per la salute e lo sviluppo. Muoversi autonomamente favorisce lo sviluppo sociale, cognitivo, personale. Uno studio finlandese ha anche mostrato che i bambini che si muovono in modo indipendente sono meno a rischio di problematiche legate alla vita sedentaria (sovrappeso e altre patologie), sia direttamente perché camminano di più e si muovono di più in bicicletta, sia indirettamente perché hanno maggiore possibilità di accesso a strutture sportive e attività motorie.

Vivere in zone in cui il trasporto pubblico non è adeguato è un fattore di forte disuguaglianza, sia per i bambini sia per gli adulti. Uno degli articoli esaminati sottolinea come la fruizione di diritti fondamentali come l’istruzione, il lavoro, la cura, siano legati al diritto di accedervi e un trasporto pubblico inadeguato ne limita la fruizione. Un giovane che cresce in una famiglia senza auto (e lo stesso vale per i suoi genitori) ha meno possibilità di scegliere il luogo dove studiare, quello in cui curarsi, di accedere a un posto di lavoro più conveniente, o di venire scelto per un posto di lavoro per lui adatto, se ha limitate possibilità di spostamento. Anche il servizio di trasporto troppo infrequente, inaffidabile o inefficiente costituisce una limitazione per la mobilità economica e sociale, perché le troppe ore spese per gli spostamenti riducono le possibilità di utilizzarle per attività retribuite, o per relazioni sociali.

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Un trasporto pubblico inefficiente è veicolo di disuguaglianza per minori e famiglie