Il 2 gennaio, i valori delle polveri sottili (o particolato atmosferico), vale a dire PM10 e PM2,5, rilevati dalle stazioni per il monitoraggio ambientale di Arpa Lombardia in viale Marche, a Milano, erano rispettivamente 135 e 113 microgrammi per metro cubo (µg/m3) come media giornaliera.

Ma cosa ci dicono questi numeri? Ci dicono che l’aria in quella zona presenta una concentrazione di polveri molto elevata e dannosa per la salute. E su quali basi affermiamo che questa concentrazione è elevata e dannosa? Vediamo di capirlo attraverso delle fonti scientifiche attendibili. Con il termine particolato atmosferico si intendono quelle particelle che ogni giorno respiriamo e che di solito sono chiamate polveri sottili o pulviscolo.

La sigla Pm deriva dalle iniziali delle due parole inglesi Particulate Matter(tradotte in italiano come “materiale particolato”). I numeri invece (10 e 2,5)stanno ad indicare il diametro della particella in micron o micrometri (1 micron=1 milionesimo del metro).

Il PM10, come spiega l’Istituto superiore di sanità, è chiamato anche frazione toracica in quanto, passando per il naso, può raggiungere la gola e la trachea, localizzate nel primo tratto dell’apparato respiratorio. Il PM2,5  invece si definisce frazione respirabile, perché queste particelle più piccole possono arrivare in profondità nei polmoni.

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), con una storica pubblicazione uscita nell’ottobre del 2013, ha incluso il particolato atmosferico nel Gruppo 1, quello che indica gli agenti cancerogeni certi per l’uomo. L’esposizione al pulviscolo più piccolo è stata associata ad un maggior rischio di tumore e all’aumento della mortalità per malattie respiratorie.

Le Linee Guida sulla Qualità dell’Aria dell’Organizzazione Mondiale della Sanitàindicano come limite giornaliero da non superare più di 3-4 volte in un anno i 45 µg/m3 per il PM10 e i 15 µg/m3 per il PM2,5. La Direttiva europea 2024/2881 introduce, dal 2030, valori limite per il PM10 di 45 µg/m3 e per il PM2,5 di 25 µg/m3 da non superare più di 18 volte in un anno. La normativa attuale stabilisce solamente per il PM10 un limite di 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte in un anno.

Siamo ormai nella stagione più critica per la qualità dell’aria nelle nostre città, in Pianura Padana e non solo, quando le sostanze inquinanti ristagnano negli strati più bassi dell’atmosfera e si aspetta la pioggia o una giornata di vento,proprio come è avvenuto a Milano nei primi giorni del 2025, perché la cappa di smog si allontani.

I tumori sono stati collegati anche alla presenza di sostanze cancerogene attaccate alla superficie delle particelle che, attraverso il PM2,5, possono arrivare fino alla parte più profonda dei polmoni, dove vengono assorbitedall’organismo. I bambini fino a 12 anni, avendo una frequenza di respirazione doppia, introducono nei polmoni volumi d’aria maggiori rispetto agli adulti e possono essere a maggior rischio.

fonte: Sapereambiente