Il 14 ottobre, i ministri dell’Ambiente dell’UE hanno confermato la direttiva riveduta sulla qualità dell’aria ambiente, che è stata concordata in trilogo nel febbraio 2024.
La direttiva rivista dà priorità alla salute dei cittadini dell’UE: stabilisce nuovi standard di qualità dell’aria per gli inquinanti da raggiungere entro il 2030 che sono più strettamente allineati con le linee guida sulla qualità dell’aria dell’OMS. Questi inquinanti includono, tra gli altri, il particolato PM10 e PM2.5, il biossido di azoto e l’anidride solforosa, tutti noti per causare problemi respiratori.
Gli Stati membri, tuttavia, possono richiedere che la scadenza del 2030 sia posticipata se sono soddisfatte condizioni specifiche. In particolare:
I cittadini dell’UE potranno chiedere un risarcimento per i danni alla loro salute nei casi in cui le norme UE sulla qualità dell’aria non siano rispettate. Si intende che i cittadini interessati e le ONG ambientali dovrebbero avere accesso alla giustizia per contestare l’attuazione di questa direttiva negli Stati membri e che i cittadini dovrebbero avere diritto a un risarcimento se la loro salute è stata danneggiata a causa di violazioni delle nuove norme nazionali.
La qualità dell’aria è valutata utilizzando metodi e criteri comuni in tutta l’UE e la direttiva rivista apporta ulteriori miglioramenti al monitoraggio e alla modellazione della qualità dell’aria.
La direttiva rivista garantirà anche un’azione tempestiva, con tabelle di marcia per la qualità dell’aria che devono essere preparate prima del 2030 se c’è il rischio che i nuovi standard non siano raggiunti entro quella data.
Gli standard di qualità dell’aria saranno rivisti regolarmente in linea con le ultime prove scientifiche per valutare se continuano ad essere appropriati. (nella tabella che segue alcuni degli inquinanti più significativi con evidenziato in azzurro nuovi limiti introdotti dalla Direttiva)
Prossimi passi
Il testo sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione. Gli Stati membri avranno due anni dopo l’entrata in vigore per recepire la direttiva nel diritto nazionale.
Entro il 2030, la Commissione europea rivedrà gli standard di qualità dell’aria e successivamente ogni cinque anni, in linea con le ultime prove scientifiche.