Non bastano i guasti tecnici: ora a minacciare la rete italiana delle colonnine di ricarica (67.561 punti attivi al 30 giugno 2025) sono i furti di cavi in rame, un fenomeno in crescita che colpisce soprattutto Roma e Milano, con oltre 200 casi segnalati nella Capitale nei primi sei mesi dell’anno. I ladri puntano ai cavi delle colonnine veloci (50–250 kW), dove è concentrata la maggior quantità di rame, rivenduto sul mercato nero per circa 8 euro al chilo, con un ricavo medio di 150 euro a cavo.

Il problema non è solo italiano: in Germania, l’operatore EnBW ha registrato più di 900 furti dall’inizio del 2025, con danni stimati tra 5 e 10 milioni di euro tra sostituzioni, manodopera e perdita di ricavi. In alcuni casi si sospettano anche atti vandalici contro la mobilità elettrica.

Gli operatori corrono ai ripari con sistemi di sorveglianza, allarmi intelligenti e nuovi materiali: in USA e UK vengono introdotti cavi con guaina rinforzata o tinta indelebile, mentre in Italia Enel X studia rivestimenti in kevlar e sensori d’allarme collegati alle forze dell’ordine.

Una corsa contro il tempo per proteggere le infrastrutture che dovrebbero sostenere la transizione verso la mobilità a zero emissioni.

fonte: Corriere.it