La transizione elettrica in Italia entra in una nuova fase. Secondo l’ultimo monitoraggio Motus-E, i punti di ricarica pubblici sono passati dai 56.992 di giugno 2024 ai 67.561 del giugno 2025, con una crescita di oltre 10.500 prese (+18%). Sulle autostrade le installazioni sono quasi raddoppiate, da 657 a 1.159, e la soglia delle 70.000 colonnine dovrebbe essere raggiunta entro la fine dell’anno.

La mappa regionale conferma la Lombardia in testa con 13.763 punti (+2.861 in dodici mesi), seguita da Lazio (7.142), Piemonte (6.561), Veneto (6.176) ed Emilia-Romagna (5.282).

Tra le province, guida Roma (5.644), poi Milano (4.604), Napoli (3.092), Torino (2.963) e Brescia (1.892). Importante anche la riduzione delle colonnine non ancora attive, scese dal 17,9% al 14,5%, segno di un miglior coordinamento tra operatori e distributori locali.

La rete non cresce solo in quantità ma anche in qualità tecnologica: l’85% delle colonnine autostradali è a ricarica rapida in corrente continua, e il 62% supera i 150 kW. Quasi la metà delle aree di servizio (45%) ospita infrastrutture per veicoli elettrici, mentre entro 3 km dalle uscite autostradali si contano altri 2.527 punti di ricarica, il 59% dei quali rapidi.

Secondo il presidente di Motus-E e AD di A2A E-Mobility, Fabio Pressi, il processo è ormai irreversibile:

«Le aziende del settore hanno già investito 1,5 miliardi di euro e credono nella transizione, non per ideologia ma per efficienza. Le auto elettriche sono il futuro: meno inquinanti, più economiche e sempre più accessibili».

Restano ritardi al Sud e l’Italia è ancora penultima in Europa per numero di auto elettriche circolanti (324.611 al 31 luglio 2025), ma l’aumento costante dei veicoli, la maggiore autonomia dei modelli (oltre 500 km) e la diffusione di ricariche ultraveloci indicano che la “paura di restare a secco” è ormai alle spalle.

fonte: Corriere.it