Per la prof.ssa Mariella Annese, docente di Urbanistica al Politecnico di Bari, la transizione verso una mobilità sostenibile non può prescindere da una scelta netta: disincentivare l’uso dell’auto privata e rendere il trasporto pubblico la scelta più comoda e conveniente.
Una sfida che richiede non solo infrastrutture, ma anche comunicazione e partecipazione, perché – sottolinea Annese – «ciò che è calato dall’alto suscita sempre sgomento».
Il riferimento è alle proteste di questi giorni contro i cantieri del BRT (Bus Rapid Transit) in via di Maratona e alla pedonalizzazione di via Manzoni. Secondo la docente, le polemiche sono parte naturale del cambiamento: «Anche a Bologna, dove mi trovo ora, la nuova tramvia ha diviso la cittadinanza. Ma la resistenza iniziale spesso lascia spazio al riconoscimento dei benefici, come accaduto a Bari con la pedonalizzazione di via Argiro: allora fu duramente contestata, oggi nessuno vorrebbe tornare indietro».
Sulle critiche dei commercianti riguardo alla perdita di parcheggi, Annese invita a guardare avanti: «Il problema non si risolve cercando nuovi spazi a raso. In molte città europee si costruiscono parcheggi interrati pubblici, destinati ai residenti, e le tecnologie di oggi consentono di realizzarli anche in presenza di falda. La sostenibilità si costruisce così, restituendo al pubblico la capacità di regolare il mercato urbano, non viceversa».
Sul tema delle piste ciclabili, la docente ricorda che la scelta di soluzioni a raso – per evitare conflitti con gli automobilisti – ha penalizzato la sicurezza: «All’epoca non si ebbe il coraggio di togliere spazio alla carreggiata per creare piste in sede propria. Ma la convivenza di mezzi diversi sulla stessa sezione stradale aumenta la complessità e quindi il rischio».
Lo stesso principio vale per i bus e i mezzi rapidi di massa: «Se un bus resta intrappolato nel traffico come le auto, non sarà mai competitivo. Bisogna creare corsie riservate, tempi di percorrenza certi e incentivi all’uso del trasporto pubblico. In parallelo, occorre rendere meno conveniente l’uso dell’auto, con strategie di traffic calming e una revisione delle tariffe di sosta, pur evitando che ciò generi nuove disuguaglianze sociali».
Guardando al futuro, Annese propone di pensare a una rete di spazi pubblici pedonali, a partire dal lungomare: «Bari è una città di mare ma non ha neppure un metro di lungomare pedonale. Non è utopico immaginarlo: significherebbe offrire ai cittadini un motivo in più per lasciare l’auto e vivere la città in modo più sostenibile».
Infine, un appello all’amministrazione: «È positivo che gli assessori abbiano avviato canali di confronto con i cittadini. Serve continuità e ascolto, per far percepire che la mobilità sostenibile non è una sottrazione di spazi, ma un investimento collettivo in qualità della vita, salute e bellezza urbana».
Fonte: Repubblica