Da mercoledì 15 ottobre 2025 e fino al 3 luglio 2026, prenderà il via la nuova fase dei lavori RFI per il consolidamento del ponte e il raddoppio della linea ferroviaria Bergamo–Ponte San Pietro. L’intervento comporterà la chiusura totale di via San Bernardino – all’altezza di largo Tironi – in entrambi i sensi di marcia, con conseguente riorganizzazione della viabilità locale.
Per l’intera durata del cantiere, via San Tomaso de’ Calvi diventerà a senso unico in direzione via San Bernardino. La misura, decisa dopo un’analisi dei flussi di traffico, punta a evitare la congestione del quartiere e a ridurre i passaggi su via Ruspini, dove negli ultimi mesi si era registrato un incremento eccessivo del traffico veicolare.
L’intervento include il ridisegno della segnaletica orizzontale e la realizzazione di una quindicina di posti auto regolamentati a disco orario (eccetto residenti), anche come misura di moderazione della velocità.
Elemento di rilievo per la mobilità sostenibile è la nuova corsia ciclabile in sicurezza lungo via San Tomaso de’ Calvi, in direzione via Moroni, nel tratto tra via Sardegna e via Ruspini, che completerà il collegamento con la rete ciclabile già esistente verso via dei Caniana.
Per ridurre l’impatto sulla circolazione, il Comune di Bergamo invita i cittadini a utilizzare i percorsi alternativi individuati lungo via Moroni e via dei Caniana – assi oggetto di prossimi interventi di rifunzionalizzazione – e a privilegiare le modalità di trasporto sostenibili.
Sono infatti disponibili due parcheggi di interscambio gratuiti (ex Bonini e Colognola, entrambi su via San Bernardino, aperti 24h, con 150 posti ciascuno), serviti dalla linea 6 Atb, oltre che da biciclette BiGi e monopattini elettrici.
Il piano viabilistico temporaneo rappresenta un modello di gestione integrata della mobilità durante i cantieri, in cui sicurezza stradale, accessibilità e promozione delle alternative sostenibili vengono coordinate per garantire continuità al sistema urbano di trasporto anche in presenza di grandi opere infrastrutturali.
Fonte: Corriere.it