Le tre settimane di sospensione concesse dal Comune di Bergamo su un provvedimento che avrebbe dovuto entrare in vigore lo scorso 2 aprile sono terminate. Passate Pasqua e Pasquetta, dal prossimo mercoledì (23 aprile) scatteranno le nuove modalità di accesso alle Zone a traffico limitato (Ztl) per le operazioni di carico e scarico.

Tutti i veicoli adibiti al trasporto merci (categoria N1, con massa complessiva a pieno carico non superiore a 3,5 tonnellate) che accedono alle Ztl nelle fasce orarie consentite, diverse a seconda delle varie zone della città, dovranno essere muniti dell’apposito contrassegno di transito, rilasciato da Atb Mobilità al costo di 10 euro all’anno. Chi ne sarà sprovvisto incorrerà nelle sanzioni, certificate dai sistemi di videosorveglianza all’ingresso delle Ztl.

Il ritardato via libera è dovuto al fatto che il Comune ha recepito le istanze avanzate da alcuni esercenti, in particolare di città bassa, che avevano fatto presente le proprie «modalità logistiche» di consegna delle merci. In molti casi, non sono i corrieri delle aziende a recapitare le merci, ma sono gli stessi esercenti o i loro collaboratori a provvedere in autonomia al rifornimento di materiali e derrate alimentari. Una necessità che, riguardando soprattutto bar e ristoranti, ha trovato ascolto in Comune con il rilascio di un «doppio» contrassegno; a favore dei titolari di pubblici esercizi e in via sperimentale, per la sola area di città bassa, di un secondo contrassegno. Su quest’ultimo, subordinato al pagamento della tariffa annuale di 10 euro e con validità di 12 mesi, potrà essere indicata una sola targa, anche se non intestata al titolare dell’attività. Potrebbe trattarsi di un barista o di un cameriere, ad esempio, incaricato dal titolare di «fare spese» per il locale, così autorizzato ad accedere alla zona off limits in cui si trova l’esercizio.

L’assessorato alla Mobilità ha cercato di venire incontro a una infinità di casi singoli. «La misura è stata varata — ragiona l’assessore Marco Berlanda — e nei prossimi due mesi ne valuteremo gli effetti. Un periodo di tempo che ci servirà per capire che cosa succede sia in termini di osservanza che di comportamenti dell’utenza, dopo il quale avremo modo di mettere in campo eventuali aggiustamenti, magari in termini di orari o di giorni. O ancora, come nel caso di Città Alta, di una riorganizzazione complessiva del servizio di consegna merci».

È proprio nel borgo antico, infatti, che da tempo si ipotizza l’istituzione di uno o più hub, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra le esigenze degli operatori e la vivibilità della zona. Se le regole di accesso sono chiare, quelle di uscita, pur previste, non sono sanzionabili dalle telecamere. Almeno per il momento, in attesa, conclude Berlanda che «in merito si possa esprimere il ministero, senza le cui autorizzazioni non possiamo procedere».

fonte: Corriere.it