Troppe volte oltre i limiti. Bergamo torna a sforare il tetto annuo del Pm10, una delle polveri sottili più diffuse e responsabili della scarsa qualità dell’aria: la centralina Arpa di via Garibaldi è arrivata infatti a contare 37 giorni oltre i limiti, valicando così la quota massima di 35 giorni di «sforo» prevista dalla normativa europea.
In quella centralina, mediamente la peggiore delle due presenti in città (l’altra, in via Meucci, è «solo» a quota 27) e dunque la più sensibile per cogliere i momenti «neri» per la qualità dell’aria, il superamento dei limiti annuali non capitava dal 2021, quando le giornate in eccesso di Pm10 furono 39: nel 2022 si era scesi a 29 giorni e nel 2023 a 22, il miglior dato di sempre.
«Bergamo stava migliorando negli ultimi anni – osserva Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia –. Leggendo con oggettività i dati, la qualità dell’aria di Bergamo è ancora migliore rispetto a province limitrofe come Brescia e soprattutto Cremona. È giusto guardare all’attualità, ma occorre anche osservare il lungo periodo, che è positivo per la gran parte della fascia pedemontana».
«Fino ai primi anni Duemila – ragiona Di Simine – c’è stato un ruolo attivo delle scelte fatte a livello nazionale e regionale sugli inquinanti, dalla combustione a legna all’uso del gasolio e fino alle attività industriale. Negli ultimi vent’anni, invece, hanno inciso solo le decisioni prese a livello europeo in tema di motorizzazione e insediamenti produttivi. Peccato però che quelle misure siano ancora insufficienti per la pianura padana: è il territorio con la situazione più sfavorevole in Europa dal punto di vista morfologico-orografico».
La strada della transizione è ancora lunga: «Il settore industriale lombardo avrebbe dovuto anticipare le trasformazioni, guidando questa fase – rileva Di Simine -. C’è un tema di prestazioni del trasporto pubblico, ma anche l’agricoltura ha un impatto rilevante, e lo dimostra il fatto che la qualità dell’aria di Cremona sia peggiore di quella di Milano, e non solo per una questione orografica. Le fonti inquinanti dalla zootecnia intensiva stanno diventando prevalenti: servono politiche di sostenibilità e innovazione anche in questo ambito».
In questi anni, rileva Oriana Ruzzini, assessore all’Ambiente, «c’è stata una tendenza di miglioramento, e il singolo anno può essere influenzato anche da fattori meteorologici. Il nostro impegno sul tema della qualità dell’aria si gioca su più fronti, dall’incentivare la mobilità sostenibile all’ampliamento della rete del teleriscaldamento. C’è una sinergia sempre più stretta tra Ambiente e Mobilità, come dimostra anche la delibera di questi giorni per aumentare le colonnine elettriche in città».
fonte; Eco di Bergamo