In città corrono per quasi 30 chilometri lungo le carreggiate, delimitando quella che dovrebbe essere una zona protetta per le biciclette, in mancanza di una pista vera e propria. Si chiamano corsie ciclabili, o «bike lane» e sono state introdotte nel 2021 per rafforzare la sicurezza dei ciclisti sulle strade. Ad oggi le «bike lane» sono arrivate a coprire circa un terzo della rete ciclabile del capoluogo, con 28,64 chilometri sui 93,93 chilometri presenti lungo le strade del centro e delle periferie. La novità è che lo sviluppo di queste corsie ciclabili potrebbe subire uno stop, fino – ma è ancora un’ipotesi – alla loro definitiva cancellazione. È quanto succederebbe in caso di approvazione dell’articolo 8 del nuovo Codice della Strada in discussione in queste settimane al Senato, dopo il via libera della Camera che, in materia di corsie ciclabili, elimina il riferimento alla tracciatura bianca continua o discontinua lungo la carreggiata.

Il Comune di Bergamo si troverebbe costretto a rivedere i suoi piani di espansione. «Sono effettivamente previste nuove corsie ciclabili, man mano che la rete si allargherà – conferma l’assessore alla Mobilità Marco Berlanda –. Al momento non siamo sicuri che il governo voglia abolire quelle già realizzate, tuttavia negli ultimi anni il comportamento degli automobilisti è cambiato, anche per effetto – ad esempio – dell’introduzione dell’omicidio stradale e dell’inasprimento delle multe». Se non si può dire che le «bike lane» hanno migliorato la sicurezza stradale, di certo «non ci sono evidenze rispetto a un aumento dell’incidentalità grave, e i dati della polizia locale lo confermano (un decesso e 6 feriti gravi tra il 2021 e il 2023, a fronte di 4 decessi e 5 feriti gravi dal 2017 al 2019, ndr) – prosegue Berlanda –. Le corsie ciclabili sono state un passo in avanti e andrebbero potenziate e munite di ulteriori presidi di sicurezza, sempre che siano compatibili con le disposizioni ministeriali».

«Parliamo di uno strumento che l’Italia ha introdotto con decenni di ritardo – ricorda l’ex assessore alla Mobilità, Stefano Zenoni –. Se le regole dovessero cambiare nel giro di così poco tempo, sarebbe un brutto segnale, che peraltro metterebbe in difficoltà tanti Comuni sia di centrodestra che di centrosinistra, che hanno adottato queste corsie ciclabili negli ultimi anni». Vero è che al momento della loro introduzione, il governo (all’epoca era il Conte 2, con la Lega dell’attuale ministro Matteo Salvini all’opposizione) parlò di una soluzione temporanea. «Nel frattempo si è visto però che non peggiorano la sicurezza – continua Zenoni – ma, anzi, sono utili per marcare una maggiore attenzione nei confronti dei ciclisti. Si può discutere su come migliorarle, magari rendendole più visibili o limitandole ad alcune tipologie di strade, ma la loro eventuale cancellazione non avrebbe senso».

fonte: Eco di Bergamo