La Zona 30 in via Leone XIII viene spesso violata e non rispettata. Così a Redona il Comitato di quartiere porta avanti una raccolta fondi per realizzare una sperimentazione di «urbanistica tattica». Non una boutade, ma uno spunto colto da un incontro pubblico che era stato organizzato a Redona dal Comitato, ospite l’architetto Matteo Dondé, impegnato a diffondere la filosofia delle Zone 30 applicando i principi dell’«urbanistica tattica», pratica che nasce dal basso (esempi a Milano, Lecco, Terni, Pavia). L’obiettivo è rallentare la velocità delle auto ridisegnando gli spazi con strumenti semplici e poco costosi, dalla pittura ai bancali in legno.

La Zona 30 di via Papa Leone XIII, tra le scuole, la chiesa e piazza Don Sergio Colombo c’è, ma spesso viene violata, con auto che sfrecciano anche contromano nella zona pedonale, dove il passaggio è consentito solo ai bus e ai residenti. In alcuni momenti della giornata la situazione è faticosa. All’uscita delle scuole (primaria e materna) le auto sono ovunque tanto che il bus si trova incastrato, l’autista costretto a chiedere man forte alla Polizia locale e ai volontari, che cercano di fare quel che possono. I cittadini al Comune hanno anche chiesto una telecamera, per monitorare il numero di auto che trasgredisce la Zona 30. E avanza una proposta: «Apprezziamo l’impianto della Zona 30 che il Comune ha realizzato nel quartiere, ma siamo convinti che oltre al posizionamento della segnaletica verticale e orizzontale sia necessario introdurre altri assetti viabilistici, per interrompere i rettilinei e far rallentare le auto» lo dice il Presidente del Comitato.

«Non bastano un bollo rosso e qualche cartello ad annunciare l’ingresso in una Zona 30», dice il Comitato. Per sensibilizzare i cittadini, invitando anche il Comune a consolidare quanto già fatto, il Comitato per Redona ha organizzato, il prossimo 8 maggio al teatro Qoelet, un convegno dal titolo «Vivere in una città a km30» che ha l’ambizione di guardare oltre i confini di quartiere. Tra gli invitati il sindaco di Olbia Settimo Izzi e l’ex assessore alla Mobilità di Bologna ed esperto di mobilità Andrea Colombo, che racconteranno le loro città a trenta chilometri orari.

«L’incontro che stiamo organizzando allarga il confronto a tutta la città, perché diventi davvero una città a 30 km orari. Vorremmo vedere ridotta l’ampiezza delle carreggiate, per dare più spazio a pedoni a ciclisti, a tutti gli utenti della strada, dall’anziano col bastone alla mamma con la carrozzina». Qui si innesta la sperimentazione Dondé: «Stiamo raccogliendo i fondi, anche attraverso sponsor tecnici, per organizzare un intervento di urbanistica tattica, coinvolgendo anche le scuole del quartiere. Con bancali, fioriere posticce e materiali a basso costo, è ad esempio possibile creare delle chicane che facciano rallentare le auto, delimitando gli spazi per le auto e per i pedoni. È stato fatto in altre città, anche a Lecco. Ci piacerebbe fare questa sperimentazione per dimostrare ai detrattori che se le auto vanno a 30 km orari non ci mettono più tempo e che il beneficio è importante: le persone si sentono più sicure e gli incidenti si riducono».

Sul palco, salirà anche l’assessore alla Mobilità del Comune di Bergamo Marco Berlanda. Che per ora, sulla sperimentazione, non si sbilancia. Ma ribadisce «la volontà di continuare a realizzare Zone 30 in città, secondo il Piano previsto dal Pums. Siamo impegnati in questo, l’obiettivo è stato più volte dichiarato. Sul sito del Comune abbiamo anche pubblicato una mappa».

fonte: Eco di Bergamo