«Nessuno si diverte a tagliare alberi, in ogni situazione cerchiamo di evitarlo, ma il tram è un’infrastruttura che viene costruita proprio per migliorare la qualità ambientale della città, non ci si può ridurre a una battaglia albero per albero». Adesso che la febbre del parco Don Bosco ha contagiato il cantiere del tram, trasformando i lavori della linea rossa in viale Aldo Moro nell’ennesimo fronte della battaglia in difesa del verde nata attorno alle Scuole Besta, l’assessore alla Mobilità Valentina Orioli prova a mettere ordine al caos che sta montando attorno al cantiere della linea tramviaria.

Assessora, il parco Don Bosco è ormai l’epicentro di una guerra sulla difesa del verde pubblico tra uno zoccolo duro di attivisti e il Comune.
«A me interessa parlare del tram e dei lavori contestati. Vorrei che fosse chiaro che tagliare gli alberi non è mai una cosa che ci rende felici, a tutti i livelli del progetto per la linea rossa siamo stati attenti a verificare la situazione delle alberature in modo da risparmiarne il più possibile. Adesso che siamo alla fese di cantiere abbiamo un agronomo che va a controllare ogni esemplare prima dei lavori, facendo analisi ravvicinate con l’intenzione di salvarli se possibile. Tra via Serena e via della Repubblica ne abbiamo puntellato uno che sarebbe stato da abbattere con i lavori. Non dimentichiamoci però che stiamo realizzando un’ infrastruttura estremamente importante per la città e sappiamo di dover procedere agli abbattimenti».

In Viale Aldo Moro sono parecchi.
«Nel tratto tra la rotonda e via Serena gli alberi segnati come da abbattere erano 59 da progetto, di cui 45 con diametro inferiore ai 20 cm, quindi una buona quantità con diametro non grandissimo. A seguito degli approfondimenti ne abbiamo salvati 13 su 59. Siamo costantemente impegnati, facciamo solo ciò che è necessario. Senza dimenticare che il progetto del tram prevede molti reimpianti, sia lungo la linea che in altre aree verdi».

Il dialogo con chi si oppone agli abbattimenti è ancora possibile?
«Da parte nostra c’è attenzione al tema, ma siamo ormai in piena cantierizzazione. Non è una fase in cui si torna a confrontarsi, bisogna fare i lavori. Siamo in una situazione in cui si oppongono visioni diverse della sostenibilità, ma io non credo si possa ridurre il tema a uno scontro albero per albero. Bisogna guardare il bilancio complessivo delle azioni, la prima linea del tram è importantissima per gli effetti che avrà sull’ambiente. Mi amareggia molto vedere persone sotto scorta che lavorano in un cantiere e si prendono le sassate, lo trovo un po’ triste».

Teme che le proteste possano seguire i lavori in altre zone e causare ritardi che potrebbero mettere a rischio i tempi del Pnrr?
«Mi auguro che questi presidi non si espandano. Penso che la maggior parte delle persone sappia bene a cosa serve il tram, chi ha a cuore la sostenibilità capisce l’impatto di questo progetto. Vorrei sottolineare che su quel tratto, nel merito, è stata fatta anche una polemica che non corrisponde al vero. La pista ciclabile non è responsabile del taglio degli alberi. Serve una certa larghezza stradale lì per far passare il tram, l’allargamento si deve fare».

fonte: Corriere Bologna