È la prima vittima da quando c’è stata l’attuazione della misura Città 30. Un lutto destinato a riaprire le polemiche sulla sicurezza nelle strade. M.G. è morto ieri mattina all’età di 77 anni dopo essere stato investito sulle strisce pedonali di via Molinelli, in zona Murri, lo scorso 6 marzo. Tre settimane di agonia, non ce l’ha fatta.
«Mio papà era una persona molto prudente, è questa l’assurda fatalità. Una persona prudente, sempre attenta quando usciva per strada, che perde la vita attraversando le strisce pedonali». F.G. non trattiene le lacrime nel ricordare il padre. Subito dopo l’incidente, era stato portato in codice di massima gravità all’ospedale Maggiore e ricoverato in Rianimazione.
Sul luogo dell’incidente erano intervenuti gli agenti della polizia locale per effettuare i rilievi: importante sarà stabilire, essendo quello un tratto di strada in cui c’è il limite dei 30 km all’ora, la velocità con cui la conducente dell’auto stava transitando al momento dell’impatto.
Ora la vicenda si sposterà per vie legali, non è da escludere che la donna alla guida dell’auto potrà rispondere di omicidio stradale. « Come famiglia abbiamo sempre ipotizzato che la conducente stesse andando a una velocità troppo alta a causa dei danni che ha subito mio padre. Lui ha distrutto il parabrezza dell’auto, sembrava che la macchina si fosse schiantata contro un albero. Mio padre ha riportato seri traumi alla mandibola, alle costole e al fegato».
Il figlio di M.G. era presente sabato scorso in via Molinelli, dove la rete dei comitati di Bologna 30 insieme a diversi residenti della zona aveva manifestato per chiedere marciapiedi più ampi, rallentatori di velocità adeguati, strisce pedonali protette e in generale più controlli su quella che è stata definita una « tangenziale collinare » . Una strada dove, nonostante il limite dei 30, «le auto corrono – così i residenti – tanto che abbiamo paura ad attraversare la strada o portar fuori il cane, specialmente alla sera o quando piove. C’è persino chi supera l’autobus alla fermata con il rischio di travolgere i pedoni». Sul punto G. ribadisce l’importanza di «una velocità controllata per le auto, ben vengano i limiti a 30 km orari, dopo la morte di mio padre ancora di più. Abbiamo chiesto delle migliorie sul tema sicurezza in zona e speriamo che vengano ascoltate».
Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere maggior impegno da parte della polizia locale. I controlli continueranno, così come andranno avanti gli interventi strutturali sulle strade per migliorare la sicurezza » . Nel giorno della morte di M.G. l’assessore alla Mobilità Michele Campaniello è tornato sul delicato tema della sicurezza stradale.
«Il punto vero e cruciale – spiega Campaniello – è legato al fatto che alcune abitudini di chi guida fanno fatica a essere scardinate ed è su questo che dobbiamo lavorare altrimenti non ci sono controlli e misure che tengano». Intanto, il 31 marzo partiranno i lavori in via Molinelli, con un maxi cantiere che durerà 240 giorni: «Ci sono diversi interventi – sottolinea l’assessore – sulle strade in esame. Verranno inseriti degli attraversamenti pedonali protetti sia sulla via principale che sulle laterali, insieme all’installazione di un semaforo a chiamate e la segnaletica luminosa per segnalare gli attraversamenti pedonali » . Campaniello, che ieri mattina ha sentito il figlio di M.G., ha espresso «la più sentita vicinanza da parte dell’amministrazione comunale alla famiglia della vittima. Ci uniamo al loro dolore per questa perdita, di cui ci dispiace veramente molto». Cordoglio al quale si è unito anche il sindaco Matteo Lepore, che ha rimarcato l’importanza di « fare di più e meglio » sul tema della sicurezza stradale. « È una lotta quotidiana – le parole del primo cittadino – che dobbiamo portare avanti senza mai abbassare la guardia, ma anzi fare sempre più progetti e iniziative che sensibilizzino chi guida ad andare più piano». E ancora: «Dobbiamo ricordarci – continua Lepore – che rallentare la velocità delle auto e delle moto o guidare meglio le biciclette può salvare una vita o altre volte purtroppo la può togliere. Per questo è responsabilità di tutti, anche dell’amministrazione comunale, fare di più».
fonte: Repubblica