L’aria di Modena è quella più inquinata della regione, mentre Bologna, forse inaspettatamente, è una delle città in cui si respira quella meno peggiore. A dirlo sono i dati contenuti nell’indagine annuale sullo smog “Mal’Aria di città 2025”, da Legambiente. Il focus sull’Emilia-Romagna mostra luci e ombre. «I dati per la nostra regione non sono del tutto negativi, le azioni messe in campo in questi anni stanno dando risultati– sottolinea il presidente di Legambiente Emilia-Romagna, Davide Ferraresi- occorre però essere più incisivi, perché al 2030 mancano solo cinque anni».

Nel report, l’associazione ambientalista analizza nei capoluoghi di provincia le polveri sottili (Pm10) e il biossido di azoto. A livello nazionale, nel 2024, 25 città hanno superato i limiti di legge per le polveri sottili (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). La maglia nera in Italia tocca a Frosinone con 70 sforamenti, seguita da Milano e Verona. Ma in questa lista critica, s’inseriscono ben 5 province emiliano-romagnole, in ordine di performance peggiore: Modena con 52 sforamenti, Piacenza e Rimini con 40, Ferrara con 38 e Ravenna con 37. E’ invece positivo il dato sulla media annuale della concentrazione di polveri sottili: nessuna città della regione ha superato i limiti (40 microgrammi per metrocubo) oggi in vigore.

Ma se si adottassero già i paramenti più ambiziosi della direttiva Ue del 2030, che impone la concentrazione media di Pm10 a 20 microgrammi, allora a salvarsi sarebbe solo Forlì e a Bologna sarebbe richiesto ancora un «piccolo» sforzo per adeguarsi, con un taglio del 6%. Modena entro cinque anni è chiamata a ridurre le polveri sottili del 29%, Piacenza del 26%, Parma, Reggio Emilia e Rimini devono scendere del 22-23%. A Ravenna servirebbe un taglio del 17% di Pm10, a Cesena e a Ferrara del 13%.

Per quanto riguarda il biossido di azoto, legato al trasporto su strada, nessun capoluogo della regione risulta aver sforato i giorni di limite e in prospettiva, rispetto ai nuovi valori richiesti dalla Ue, solo Modena e Rimini necessitano correttivi. Per ottenere migliori risultati, secondo gli ambientalisti, «occorre potenziare il trasporto pubblico locale e abbandonare i progetti obsoleti di nuove autostrade e di allargamento delle esistenti per favorire il trasporto su ferro — prosegue Ferrarresi —. Occorre anche incentivare l’efficientamento energetico degli edifici, la dismissione delle caldaie a gas e del riscaldamento a biomassa in città insieme alla produzione di energia da fonti rinnovabili».

Fonte: Corriere.it