Era il 9 luglio del 2021 quando oltre 400 operai dell’ex Gkn (fabbrica di semiassi a Campi Bisenzio) scoprirono con un messaggio su whatsapp quelle lettere di licenziamento. Da allora, all’interno della fabbrica è cominciato un presidio permanente dei lavoratori che non vogliono andarsene ma, al contrario, sognano di reindustrializzare dal basso con un piano industriale che prevede la realizzazione di pannelli solari da una parte e di cargo bike dall’altra (qui il link con tutte le informazioni).
Adesso, dopo quasi quattro anni da quelle lettere di licenziamento, è partita la reindustrializzazione dal basso con la costruzione delle cargo-bike, speciali biciclette che permettono di trasportare cose a bordo.Ma cosa prevede il progetto delle cargo bike nell’ex fabbrica di Campi Bisenzio, ora occupata dai lavoratori con un presidio permanente?
Attualmente sono state realizzate una ventina di prototipi di cargo-bike (qui la scheda tecnica). La prima è stata donata alla cooperativa di ciclofattorini del cibo Robin Food e circola già da tempo per le strade di Firenze, col marchio del Collettivo di fabbrica. Le altre vengono date a chiunque ne faccia richiesta, previa una donazione e una condivisione dei valori della lotta dei lavoratori dell’ex fabbrica di semiassi.
Per arrivare alla produzione di queste speciali biciclette, dodici operai l’anno scorso hanno seguito un corso di formazione in meccanica e saldatura nei laboratori della Madonnina del Grappa a Rifredi.
Ovviamente, si tratta di un progetto che da solo non permette la sopravvivenza e lo sviluppo della fabbrica, ma se accompagnato dal progetto dei pannelli solari, potrebbe funzionare. A patto che si arrivi alla cessione dell’azienda da parte della proprietà.
«Ancora non stiamo vendendo le cargo-bike perchè ancora la cooperativa non è attiva ma vorremmo farlo prima possibil. L’attuale produzione è una sorta di palestra, un segnale all’esterno che siamo pronti a tornare a lavorare. Abbiamo avviato rapporti con specialisti del settore che ci stanno aiutando a crescere: Officine Recycle di Modena, biCargo di Scandicci e in particolare la storica azienda di bici Telai Simoncini di Castelfiorentino. Siamo cresciuti in un mondo, la multinazionale, dove la competizione era il pane quotidiano, dovevamo performare sempre, correre, poi da un giorno ad un altro ci hanno chiuso. Quel mondo non lo vorremmo più vivere, abbiamo capito che il nostro futuro sarà la cooperazione. Collaborare, scambiare informazioni, il mutualismo, queste tematiche vogliamo applicarle con chi già opera nel settore cargo-bike. Non avversari ma colleghi che si aiutano e collaborano a vicenda, anche tra aziende diverse».
Fonte: Corriere.it