I primi bollini rossi sui grafici erano comparsi il 27 dicembre, quando alcune aree intorno a Lucca hanno iniziato a superare la soglia di inquinamento prevista per la presenza di polveri sottili nell’aria. Mercoledì sono diventati oltre la metà i rilevatori Arpat, che monitorano la qualità dell’aria in Toscana, a segnalare un picco di Pm10, le polveri sottili. Per l’esattezza 20 antenne su 34, posizionate in particolare nelle province di Lucca, Firenze, Prato, Pistoia, Pisa e Arezzo.

Ad avere i valori più alti due giorni fa è stata la stazione di Firenze in via ponte alle Mosse, in cui le polveri sottili hanno toccato i 154 microgrammi di inquinamento per metro cubo di aria, il triplo rispetto al limite previsto di 50.

Alte anche due stazioni a Prato ( 152 e 133), quella di Firenze- Signa ( 116) e di viale Gramsci ( 106). Tutte e sette le centraline nel fiorentino negli ultimi 3- 4 giorni hanno segnato un innalzamento importante (e in crescita) dei valori.

In Toscana negli ultimi anni i dati sulla qualità dell’aria sono stati ovunque e quasi sempre positivi, rimanendo entro i limiti dei 35 giorni massimo di sforamenti. Nel 2023 l’unica area più critica è stata quella della piana lucchese a Capannori, con 37 giorni oltre le soglie di inquinamento. Nel 2024 la stessa stazione è arrivata a 51 giorni. Nelle altre zone, secondo una prima analisi, anche lo scorso anno i parametri sono stati rispettati. Gli ultimi giorni, complici alcune condizioni meteo e un maggior uso di camini e stufe, hanno mostrato un innalzamento rilevante di polveri sottili. Solo a fine dello scorso gennaio c’era stato un quadro analogo a quello di inizio 2025.

Va però ricordato che dal 2030, secondo quanto previsto dalla nuova direttiva europea, il limite giornaliero per il PM10 sarà di 45 microgrammi per metro cubo d’aria, invece degli attuali 50, da non superare per più di 18 volte in un anno.

fonte: Repubblica e ARPAT