Disegni, video, canzoni e poesie per chiedere più sicurezza, salute, tutela dell’ambiente e libertà di muoversi negli spazi davanti alle scuole liberati dalle auto. Progetti creativi che vanno dal vademecum su come organizzare il Pedibus perfetto alle “piste bambinabili” che si illuminano e cantano quando un bambino le attraversa per andare al parco giochi.
Sono state premiate, al Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, le classi delle scuole primarie genovesi vincitrici della 4^ edizione del Premio Federica Picasso, il concorso di idee che dal 2022 stimola la fantasia e la creatività dei più piccoli per costruire, insieme alle istituzioni e alle associazioni del territorio, una mobilità scolastica più sicura e sostenibile.
Il Premio, organizzato dal comitato promotore composto dallo Studio Legale Associato degli avvocati Sguerso, Comune di Genova e Ufficio Scolastico Regionale, insieme alla Fondazione Michele Scarponi ETS, è dedicato alla memoria di Federica Picasso, la ragazza e mamma genovese vittima di uno scontro stradale l’8 febbraio 2021 mentre era alla guida del suo monopattino.
Una tragedia dalla quale è nato un percorso virtuoso che, attraverso il coinvolgimento di insegnanti e Mobility Manager scolastici, mira a promuovere tra i bimbi, e le loro famiglie, una mobilità urbana rispettosa dell’ambiente e della salute individuale e collettiva.
Anche quest’anno oltre 1000 alunni hanno scatenato la loro creatività, progettando nuovi Pedibus – l’andare a scuola a piedi tutti insieme accompagnati dagli adulti – immaginando di plasmare gli spazi a ridosso delle loro scuole nel segno di una maggiore accessibilità, sicurezza e fruibilità, progettando spazi verdi, giochi, aree per lo studio e la lettura, casette per gli uccellini, postazioni bookcrossing e così via. Piccoli e grandi interventi di urbanistica tattica mirati a migliorare in maniera tangibile l’esperienza scolastica dei bambini prima, durante e dopo l’attività scolastica, attraverso azioni di rigenerazione urbana, sociale e culturale sugli spazi pubblici.
«Dal ricordo della sfortunata Federica Picasso, è nato e cresciuto progressivamente negli anni un progetto meraviglioso che attraverso le idee, la fantasia e il desiderio di cambiamento dei più piccoli, punta a fornire un impulso decisivo al processo di trasformazione della mobilità urbana nel segno di una maggiore sostenibilità e sicurezza per tutti – dichiara l’assessore alla Mobilità Sostenibile e Sicurezza Sergio Gambino – Il Comune e la Polizia Locale di Genova, facendo squadra con scuole e associazioni del territorio, e con ASL3 per quanto riguarda i Pedibus, stanno lavorando da anni per promuovere l’educazione stradale, spazi più sicuri per i nostri figli e, più in generale, innescare quel profondo cambiamento culturale necessario a costruire una Genova più rispettosa delle regole e attenta al benessere e alla salute delle persone e dell’ambiente».
«Da neo-mamma sono davvero emozionata nel vedere così tanti bambini impegnarsi, con le loro insegnanti, per progettare concretamente la riqualificazione degli spazi scolastici e partecipare a esperienze di mobilità scolastica condivisa in memoria di Federica Picasso, una ragazza e una mamma che credeva in un mondo migliore e che resta nel cuore di tutti noi – afferma l’assessore alle Politiche dell’Istruzione Francesca Corso – Il Premio è un’esperienza educativa che valorizza le doti innate di curiosità, esplorazione e attitudine a fare domande dei più piccoli, trasformandoli in attori di cambiamento e miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini genovesi. Grazie e complimenti di cuore a tutti coloro che partecipano e supportano questo fantastico progetto».
«Crediamo veramente che sulla strada non ci siano automobilisti, ciclisti, camionisti, motociclisti, ma ci siano le persone Mamme, papà, figli, zii, nonne, cugini, proprio come Federica – aggiunge Marco Scarponi, segretario generale della Fondazione Michele Scarponi – Per questo quando siamo sulla strada ognuno di noi deve pensare che l’altro fa parte di una società, di un gruppo, di una comunità. Non siamo cose, siamo persone, siamo sogni, tatto, fiato, emozioni, futuro. E questo i bambini e le bambine lo sanno bene, lo dimostrano i lavori che ogni anno portano. Ce lo dicono loro che la strada non deve essere un luogo pericoloso, ma di condivisione e di pace, ascoltiamoli».