Durante la commissione speciale convocata a Palazzo Tursi, il vicesindaco Alessandro Terrile ha delineato un quadro drammatico della situazione economica di Amt Genova, con 100 milioni di debiti verso i fornitori e un capitale sociale di soli 30 milioni. Mancano 42 milioni per garantire stipendi e contributi fino a marzo 2026, mentre l’indebitamento complessivo ammonta a 158 milioni di euro.
Per evitare il collasso, il Comune prevede un aumento di capitale da 100 milioni e 60 milioni all’anno di sostegno (50 da contributi pubblici, 10 da maggiori ricavi tariffari). Le misure allo studio includono la revisione degli abbonamenti gratuiti per under 14 e over 70 con tetto ISEE, e nuovi aumenti tariffari già da novembre.
Il presidente Federico Berruti ha confermato che la società ha un patrimonio netto negativo da almeno un anno e che i conti si reggevano su ricavi da sanzioni sovrastimati. Il confronto politico è acceso: il centrodestra accusa la giunta di “drammatizzare per svendere l’azienda”, mentre la maggioranza ribatte che un eventuale fallimento di Amt metterebbe a rischio la tenuta finanziaria del Comune.
Sindacati e lavoratori, presenti numerosi, chiedono che Amt resti pubblica e che sia garantita la continuità occupazionale: «I numeri sono da fallimento, ma non possiamo perdere un solo posto di lavoro», ha dichiarato la Filt Cgil.
Fonte: Repubblica