Amt ha accumulato 158 milioni di debiti complessivi, di cui 101 milioni verso fornitori e 1,4 milioni nei confronti della società Riccitelli di Latina, che gestisce gran parte del servizio extraurbano nel Levante (37 comuni, da Sestri Levante a Torriglia, fino a Chiavari e Savignone).
La Riccitelli, ormai in grave difficoltà nel pagare gli stipendi ai propri autisti, ha presentato un decreto ingiuntivo per tentare di recuperare le somme dovute da Amt.
La “composizione negoziata della crisi”
Per fronteggiare la situazione, la sindaca Silvia Salis, insieme al vicesindaco Alessandro Terrile e al direttore generale Pasquale Criscuolo, ha incontrato la Corte dei Conti per illustrare lo stato dei conti e avviare un percorso trasparente verso il salvataggio dell’azienda.
Amt ha infatti chiesto l’attivazione della procedura di composizione negoziata della crisi, che sospende per 120-140 giorni (rinnovabili per altri sei mesi) gli obblighi di ricapitalizzazione, consentendo di elaborare un piano industriale e di valutare l’ingresso di nuovi soci pubblici, a partire dalla Regione Liguria.
«Questo strumento ci permette di bloccare temporaneamente le azioni dei creditori – ha spiegato la sindaca Silvia Salis – e di lavorare in modo ordinato a un piano di rilancio che restituisca solidità ad Amt. L’obiettivo è garantire la continuità del servizio, salvaguardare i posti di lavoro e assicurare trasparenza sulle prossime mosse. Servono tempi certi e collaborazione tra tutti i livelli istituzionali».
Le difficoltà di liquidità si sono tradotte in corse saltate, ritardi e sospensioni di linee scolastiche, con conseguenze pesantissime per i territori più isolati.
Il sindaco di Torriglia, Maurizio Beltrami, ha denunciato che «i bambini restano a piedi, e i paesi rischiano di rimanere tagliati fuori dal resto del territorio». Torriglia ha sospeso il contratto con Amt, affidando il servizio a una ditta locale.
Situazioni simili si registrano a Busalla, Savignone e Borzonasca, dove i sindaci parlano di «collegamenti saltati, autisti non pagati e famiglie in difficoltà».
La stessa Riccitelli, che gestisce i collegamenti in subappalto, ha spiegato: «Non è una protesta, ma una questione di sopravvivenza. Dobbiamo pagare stipendi, carburante e manutenzione, ma senza liquidità non possiamo continuare. Le banche ci hanno chiuso le linee di credito e non abbiamo garanzie sui tempi di pagamento».
Nel frattempo, le associazioni dei consumatori (Assoutenti in testa) chiedono di sospendere il nuovo piano tariffario di Amt fino al 2026, giudicando inaccettabile l’aumento degli abbonamenti in un momento di forti disservizi.
Anche Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati criticano la soglia troppo bassa (12mila euro) per la gratuità del trasporto agli over 70, escludendo molti anziani in difficoltà.
Salis replica: «Negli ultimi due anni la gratuità totale non era più sostenibile. Abbiamo cercato di proteggere le fasce più deboli: chi ha un reddito sotto i 12mila euro non pagherà nulla, mentre gli altri spenderanno 10 euro al mese, un terzo rispetto a quanto pagavano due anni fa».
Il Comune di Genova intende ora definire, con la Corte dei Conti e la Regione, una strategia di salvataggio che includa la ricapitalizzazione di Amt e un rafforzamento della governance finanziaria.
La sindaca Salis ha ribadito che «Amt deve tornare un’azienda solida e affidabile, capace di garantire il diritto alla mobilità in tutta la città metropolitana».
Ma nell’attesa del nuovo piano industriale, la situazione rimane fragile: i comuni dell’entroterra chiedono certezze sui collegamenti, gli appaltatori reclamano i pagamenti e i cittadini temono di restare senza trasporto pubblico.
La crisi Amt si conferma dunque uno dei casi più complessi nel panorama della mobilità pubblica locale, con implicazioni economiche, sociali e territoriali che richiedono una risposta rapida e coordinata per evitare che l’entroterra ligure resti isolato.
fonte: Repubblica