Per i conducenti di Atm, trovarsi in mezzo alla strada un’automobile o un furgone che ostacolano il percorso è un fatto quotidiano. Nel 2024 tram, autobus e filobus sono stati fermi per più di due mesi a causa dell’inciviltà degli automobilisti: tra l’inizio di gennaio e la fine di dicembre sono infatti state 1.452 le ore (equivalenti a 60,5 giorni) di interruzione di pubblico servizio dei mezzi Atm dovute alla sosta selvaggia, con una media di fermo di circa 40 minuti. Ma trattasi solo del tempo effettivo delle interruzioni, « amplificati dalla presenza di vetture accodate — spiega Atm — dall’interruzione di altre linee che passano per lo stesso percorso, dalle deviazioni della linea principale e/ o dall’attivazione di bus sostitutivi. Questi infatti sono alcuni degli elementi che vengono presi in considerazione per calcolare l’entità del danno da interruzione di pubblico servizio, che deve essere risarcito dal proprietario dell’auto o dalla sua compagnia di assicurazione. Maggiori sono i tempi per la ripresa della circolazione, più alto è l’importo della richiesta di risarcimento » . A questa si aggiunge poi la sanzione per sosta irregolare. Insomma, a catena, il fermo di un tram provoca a sua volta una serie di complicanze che non riguardano solo il mezzo che si è arenato nel bel mezzo del suo percorso.

Nel linguaggio tecnico dell’azienda di Foro Buonaparte si chiamano “ incagli”. Sono quegli imprevisti che mandano all’aria tabelle di marcia e gli obiettivi di rispetto delle frequenze di passaggio. Eventi tutt’altro che occasionali in città. Il bilancio dell’anno segna infatti numeri impressionanti, in lieve crescita rispetto al 2023. In totale, Atm nel 2024 ha gestito circa 2.892 eventi per interruzione di pubblico servizio con una media di quasi 8 interruzioni al giorno. Di questi, ben 2.142 sono legate alla sosta selvaggia di veicoli privati: ovvero circa i tre quarti degli episodi di fermi sono dovuti all’inciviltà degli automobilisti. Le altre 750 cause di interruzione del servizio sono relative “ a incidenti tra terzi, in cui i mezzi Atm non sono coinvolti nell’incidente ma subiscono l’evento a livello d’impatto sul servizio”, spiega l’azienda.

Dall’automobilista che parcheggia l’auto troppo vicina alle rotaie. A quello che posteggia a bordo dell’angolo di una strada, impedendo agli autobus di svoltare. Chi si è allontanato dalla vettura per pochi minuti e si scusa per aver parcheggiato irregolarmente « solo per il tempo di prendersi un caffè » . E chi, invece, si dimentica dell’auto parcheggiata alla bell’e meglio e se la ritrova direttamente al deposito trascinata dal carro attrezzi. Le operazioni di rimozione delle vetture e ripristino del servizio possono protrarsi anche per diverse ore. I fermi più lunghi dell’ultimo anno sono arrivati fino a 5 o 6 ore di blocco della circolazione.

E i tempi di sblocco dell’incaglio non sono rilevanti solo per Atm e per gli altri utenti della strada, ma persino per l’autista che ha causato il fermo parcheggiato selvaggiamente l’automobile. Al conducente, infatti, sarà comminata una sanzione per aver causato l’interruzione del pubblico servizio: più i tempi per sbrogliare la matassa e far ripartire la circolazione saranno lunghi, più l’importo della multa sale.

Il blocco più lungo per la sosta selvaggia è durato 6 ore e 30: la linea 4, in via Luigi Ornato, è stata ferma a causa di un’auto parcheggiata male che occupava la sede tranviaria. Evento che ha poi richiesto l’intervento del carro rimozione. Tra le zone più colpite ci sono viale Fulvio Testi e Largo Murani, dove il parcheggio servaggio impedisce il transito della linea 61. Ma anche nelle vie di maggiore movida ( Navigli, Sarpi, Garibaldi, Porta Nuova), durante il fine settimana gli episodi si moltiplicano.

fonte: Repubblica