Da una parte l’accordo con il Comune per finanziare la realizzazione di almeno 600 nuove aree di sosta, che renderanno la presenza dei monopattini in sharing ancora più organica nella città. Dall’altra le restrizioni previste nel nuovo Codice della strada, che pongono non pochi ostacoli all’uso delle tavolette elettriche.
Gli operatori del settore dei monopattini in sharing – in città sono tre: Dott, Lime e Bird – fanno i conti con un’incongruenza: Milano gli chiede un impegno importante (che loro vogliono sostenere), ma le normative nazionali sembrano volerli frenare.
«È un peccato penalizzare un settore che investe nelle città e che, lo dicono i dati, risulta sicuro – spiega Alessio Raccagna, capo delle relazioni istituzionali Europa di Lime dal 2021 non ci sono state morti instrada legate ai monopattini in sharing. Significa che le regole previste per lo sharing, a partire dalla velocità massima di 20 chilometri orari, funzionano. Andrebbero estese a tutti».
Norma alla mano, il nuovo codice della strada per i monopattini prevede tre novità: l’obbligo di avere la targa (o meglio il contrassegno) e l’assicurazione e quello, per chi li usa, di indossare il casco. Se sul primo punto i gestori non hanno da ridire, sugli altri si concentrano le critiche.
«Sembrano provvedimenti scritti in modo disinformato: si stabilisce l’obbligo del casco senza considerare che non possiamo fornirlo, visto che il monopattino non ha spazi in cui riporlo » afferma Andrea Giaretta, fondatore di Dott, netto anche sull’assicurazione: «È richiesta l’assicurazione per la responsabilità civile, che però riguarda le auto e ad oggi, in base alle leggi europee, non è applicabile ai monopattini » .
Che fare quindi? Non resta che attendere i decreti attuativi e modifiche che rendano il testo più chiaro. Intanto si gestisce la confusione dei primi giorni, con « tanti utenti che scrivono perché non sanno cosa fare » aggiunge Giaretta, consapevole delle potenzialità del settore: «Da quando in città ci sono solo tre operatori si utilizzano più monopattini e cresce l’impiego del singolo mezzo». Da qui la volontà dei tre operatori – Dott e Lime hanno anche bici, per le quali sono presenti anche Bolt e RideMovi – di collaborare con il Comune.
Tutti aderiranno al protocollo d’intesa che pone a loro carico la creazione di nuove aree di sosta. Oltre alle 100 “obbligatorie” da realizzare secondo le indicazioni di Palazzo Marino, sono pronti a metterne a punto ognuno anche altre duecento ( limite massimo previsto) con progetti propri, portando il totale a 900. Per un investimento complessivo superiore a 100 mila euro ciascuna.
Il che significa che i 600 parcheggi che saranno realizzati dai prossimi mesi nelle aree individuate da Amat saranno seguiti da molti altri.
«La realizzazione delle aree di sosta è la chiave di volta del servizio, che su Milano funziona integrandosi con la rete del trasporto pubblico – afferma Giorgio Cappiello, partnership manager Italia di Bird -. Abbiamo apprezzato che il Comune abbia considerato anche i nostri dati di flusso nell’individuare le aree». E i vantaggi, aggiunge Raccagna, riguardano tutti: « Ci sarà un ritorno diretto sull’uso dei nostri mezzi, sul decoro urbano e sulla vita della comunità, visto che i parcheggi saranno a disposizione di tutti coloro che usano monopattini e biciclette».
fonte: Repubblica