Sale in cattedra Beppe Sala. Siamo a Firenze nella cornice di Palazzo Borghese. Di fronte 50 amministratori locali under 35 della scuola di politiche europee per il governo del territorio. Per la sua lezione sceglie cinque sfide dove le grandi città possono rappresentare le avanguardie del cambiamento ma che sono anche al centro di spaccature feroci tra la cittadinanza.
Su tutte, la mobilità, la rigenerazione urbana, la cui declinazione milanese è finita nel mirino della magistratura e il costo della casa. Il punto di partenza è chiaro: «Il numero di automobili è intollerabilmente troppo alto per le dimensioni delle nostre città e la qualità dell’aria. Punto». Seconda affermazione: «Vogliamo che i residenti riducano l’uso delle auto private e considerino il trasporto pubblico come la modalità predefinita per spostarsi in città».
Ma tra il dire e il fare bisogna navigare tra la Scilla di chi chiede di essere più radicali nelle scelte e la Cariddi di chi invece ritiene che Area B, C, sosta a pagamento, ztl di vario genere, penalizzino la produttività. «Da un lato, alcune organizzazioni della società civile chiedono alla mia amministrazione di attuare politiche più audaci e rapide per ridurre i morti sulle strade e diminuire lo smog. Non sono mai soddisfatti dei cambiamenti — talvolta incrementali, ovviamente, ma sempre molto mirati».
A testimonianza dei progressi, Sala riporta una ricerca di Nature dove Milano risulta la città «più camminabile» del mondo: «Milano è la prima città nella classifica. Un residente milanese ha bisogno di camminare solo sette minuti in media per raggiungere i servizi di cui ha bisogno. Il novantotto per cento della popolazione milanese vive nei cosiddetti quartieri “15 minuti” – dove tutto ciò che è necessario per la vita è a una distanza massima di quindici minuti a piedi o in bicicletta».
Fonte: Corriere.it