Strade che aspettano di essere riparate da anni. Rotonde e svincoli promessi e che, a questo punto, difficilmente potranno vedere la luce a breve. Ancora tagli per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali sono arrivati dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti che, secondo gli enti locali, avrebbe invece preferito investire la maggioranza delle risorse statali nella grande opera dello stretto di Messina. Per le province lombarde si prevedono tagli del 70 per cento da qui al 2026, stando ai calcoli dell’Unione Province d’Italia. Significa che su 63 milioni stanziati ne arriveranno solamente 19. Alla città metropolitana di Milano non andranno circa 8 milioni.

La legge di bilancio del 2017 aveva previsto 275 milioni di euro all’anno ( dal 2025 al 2034) alle province italiane per la manutenzione straordinaria delle strade. Ma la manovra di fine dicembre aveva già inserito dei piccoli tagli a cui ora se ne sono aggiunti altri di portata ben più rilevante. Nella nota inviata dalla direzione generale del ministero dei trasporti alle province e città metropolitane sono stati specificati i dettagli: « La Legge 30 dicembre 2024, n. 207 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025- 2027” ha operato una riduzione delle originarie risorse corrispondente rispettivamente a 20 milioni per l’anno 2025, 15 milioni per l’anno 2026, e 275 milioni per l’anno 2029». La legge approvata a febbraio, poi, ha decurtato ancora le risorse: «È stata apportata un’ulteriore riduzione delle risorse originariamente previste, pari a 175 milioni per l’anno 2025 e 175 milioni per l’anno 2026 » .

Calcolatrice alla mano, per le province italiane nel 2025 ci saranno 195 milioni di risorse in meno e 190 per il 2026. « Nelle more della definizione di un nuovo piano di riparto — spiega la nota del ministero delle infrastrutture — si rappresenta l’esigenza di escludere l’assunzione di impegni che non trovano copertura nelle risorse attualmente disponibili». L’Unione Province d’Italia è autrice di uno studio sul riparto dei tagli che arriveranno alle province lombarde. Per il 2025 e il 2026, sono stati stimati 44 milioni di fondi in meno per la manutenzione delle strade provinciali in Lombardia. Nel dettaglio a Bergamo dovrebbero spettare 4,8 milioni dieuro in meno, a Brescia 5,8 milioni, a Como 3 milioni, a Cremona 2,6 milioni, a Lecco 2,3 milioni, a Lodi 1,4 milioni, a Mantova oltre 3 milioni di tagli, 3,7 milioni alle province di Monza e Brianza, quasi 4 milioni in meno a Pavia, 1,4 milioni in meno a Sondrio e 3,5 milioni a Varese. Alla città metropolitanadi Milano, invece, anziché gli 11 milioni e mezzo attesi dovrebbero arrivare in due anni solo 3,4 milioni di euro.

Lo studio dell’Unione delle province italiane ha allargato la lente anche al 2028, prevedendo nei prossimi quattro anni tagli per la città metropolitana di Milano per 13,8 milioni, con le risorse per le strade che passeranno dai 29 milioni di euro a 15 milioni. Dimezzati i fondi anche nel resto della Lombardia: da 155 milioni di euro i fondi scenderanno a 82 milioni. « L’opera principe del ministero delle Infrastrutture è lo stretto di Messina — spiega Daniela Caputo, consigliera delegata della Città Metropolitana di Milano per le infrastrutture — . Si può dedurre che negli intendimenti del ministero ci sia una preferenza per quest’opera, rispetto alle rotonde, alle strade, alle buche e agli interventi che aspettano risposte ormai da anni». La città metropolitana non ha ancora il quadro di quali saranno i progetti a cui si dovrà rinunciare nel dettaglio a causa dei tagli. Nelle prossime settimane, gli incontri con i tecnici e i Comuni saranno serrati per capire quali interventi prediligere e quali, invece, dovranno essere accantonati almeno per i prossimi due o tre anni. La certezza ad oggi è che sicuramente non si potrà accontentare tutti.

«Sono molto dispiaciuta e sconcertata per avere ricevuto la notizia di questi ulteriori tagli — spiega ancora Caputo — . Questa novità manderà all’aria un intero anno passato, in cui avevamo cercato di stabilire già le priorità e quali interventi saremmo riusciti a eseguire. Opere a beneficio di tutti che purtroppo slitteranno più avanti. Dovremo fare delle scelte: non tutti i territori potranno essere accontentati. Le opere che avevamo convenuto, almeno verbalmente, di portare a termine, erano meritevoli. Si trattava di interventi per cui c’era forte necessità e bisogno per tutti. In questo modo il governo è andato a intaccare il lavoro di un anno, impattando concretamente sulla vita delle persone: i pendolari e gli utenti in primis».

fonte: Repubblica