No alla sosta dei bus turistici nel centro storico. La richiesta arriva dal Municipio 1 e potrebbe essere accolta anche a Palazzo Marino. Nel mirino del Consiglio di zona i mezzi pesanti che parcheggiano in aree monumentali. A sollecitare la proposta una raccolta firme di oltre 1.400 cittadini che si sono registrati su Change. org per chiedere la rimozione dei bus turistici da piazza Castello.
« I cittadini — spiega la petizione — non sono disposti a rinunciare alla bellezza. La bellezza di piazza Castello. Una piazza ormai invasa da bus turistici ( con emissioni ampiamente superiori alle 50 g/ km di Co2) e conseguente degrado » . I bus, secondo i cittadini, «potrebbero fermarsi nelle principali stazioni e i turisti potrebbero utilizzare i tanto efficienti mezzi pubblici milanesi » . Il tutto per tutelare «la visuale del Castello dei Visconti e degli Sforza ».
Da qui è partita la discussione del Municipio 1, che ha allargato la lente di ingrandimento anche altre aree della città dove oggi la sosta dei bus è consentita. Via San Vittore, via Olona, via Fatebenefratelli, via Chiaravalle e piazza Castello, sono le aree più critiche su cui si dovrebbe intervenire prioritariamente.
Ma « in prospettiva » , chiede il documento approvato dal Parlamentino di zona, va «valutata l’inibizione all’accesso dei bus turistici (salvo specifiche e motivate necessità) all’interno della Cerchia dei Navigli».
Un’iniziativa che convince anche l’assessorato alla Mobilità del Municipio, già promotore dello spostamento di un’area di sosta dei bus turistici da via Manzoni, « L’obiettivo è tutelare il valore artistico e monumentale di questa area e affrontare i problemi di viabilità e inquinamento che la presenza prolungata di mezzi pesanti comporta».
Nel dettaglio, il documento chiede che « vengano messe in atto soluzioni alternative per l’accoglienza dei bus turistici, che saranno dirottati verso aree più idonee fuori dal centro cittadino, contribuendo a una migliore gestione del traffico e a una maggiore qualità della vita per i milanesi e i visitatori».
Fonte: Repubblica