Quattordici autovelox pronti e convalidati dalla prefettura che non possono essere accesi. Sono lì, già pianificati, ma fermi a causa del pasticcio sulle omologazioni che il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti non sta risolvendo.

Il nodo è questo: secondo alcune sentenze della Cassazione (la prima di una serie è del febbraio 2024 e riguarda un automobilista di Treviso che ha ottenuto l’annullamento di una multa), gli occhi elettronici che controllano la velocità dei veicoli dovrebbero essere omologati con una determinata procedura. Che, però, non è possibile seguire perché non esiste o comunque, secondo i Comuni, non è chiara. A oggi, il passaggio che consente l’accensione si fa in prefettura: per anni questo è bastato, ora non più proprio per quanto sostiene la Corte. Ecco perché la maggior parte dei Comuni italiani, tramite l’Anci, è impegnata in un braccio di ferro con il ministro Matteo Salvini affinché confezioni un decreto ad hoc, con il quale tutti possano adeguarsi e mettersi al riparo da piogge di ricorsi. A Milano, per ora, è stata annullata solo una multa: «Sui 18 dispositivi già attivi in città — spiega l’assessore Marco Granelli, che coordina il tavolo dell’Anci sulla Mobilità — io vado avanti come ho sempre fatto fin ad ora e non temo particolari criticità».

La preoccupazione, se mai, è per il futuro: «Fino a che il ministro Salvini non sblocca la situazione e quindi con una nuova regolamentazione in attesa, di certo non posso far partire i 14 autovelox che ho già pronti da molto tempo » . Un paradosso, spiega Granelli: «Abbiamo censito diverse strade della città dove il tasso di incidenti causato dall’alta velocità è alto, siamo pronti per metterle in sicurezza ma non possiamo per colpa del ministero».

Per risolvere la faccenda, lo scorso marzo, gli uffici di Salvini hanno spedito a Bruxelles uno schema di decreto che avrebbe sanato tutti i dispositivi approvati dopo il 13 agosto 2017, di fatto imponendo lo spegnimento di quelli più vecchi. Dopo alcune polemiche innescate dalle associazioni dei consumatori che hanno chiesto di dare l’ok a tutti indistintamente, il Mit ha ritirato il documento, ufficialmente per « svolgere altri approfondimenti» e chiedendo a tutti i Comuni un censimento degli apparecchi. Da allora, spiega Granelli, non si è più saputo niente. Gli autovelox bloccati sono quelli che dovrebbero monitorare, tra gli altri, questi viali: Tibaldi, Melchiorre Gioia, Cassala, Cermenate, Certosa, Ludovico il Moro, Beatrice d’Este, Forze Armate, Ripamonti, Novara, Stelvio, Marche, Umbria, Toscana.

fonte: Repubblica