Quasi settanta chilometri di corsie per le due ruote che Palazzo Marino aveva programmato quantomeno di iniziare a costruire entro il 2024. Diversi progetti, però, sono fermi nelle more dell’approvazione della riforma del codice della strada che potrebbe sovvertire le regole per la realizzazione dei percorsi ciclabili. Con un dossier, il Comitato “Non vediamo l’ora”, composto da attivisti che sostengono la mobilità sostenibile, ha tenuto traccia dei diversi percorsi per le biciclette e dello stato attuale dei lavori.
Il cronoprogramma era stato tracciato da Palazzo Marino a settembre del 2022 e prevedeva nuove piste ciclabili per un totale di 70 km. Diversi percorsi, come quello tra Rembrandt, Wagner e Pagano, non hanno ancora visto la luce. Così come per il futuro tragitto che collegherà piazza Piemonte a via Giulio Cesare. Progetti che da cronoprogramma sarebbero dovutipartire nel 2022. Mentre sono ora i percorribili le ciclabili tra via Novara e via Silla, quella in viale Ca’ Granda e l’attesa pista di Corso Sempione.
«Dei dodici progetti annunciati per il 2023 solo uno risulta effettivamente completato ( via Dudovich) e solo un altro ha visto i lavori partire (“ Bisceglie — Parco dei Fontanili”) » , spiega il dossier. Degli altri dieci « si è persa ogni traccia». Tra questi, ci sarebbe per esempio la corsia per le biciclette che collegherà Rombon con Palmanova. O quella tra Segrino e piazzale Lagosta. Il cronoprogramma, invece, è stato rispettato per via Dudovich che i ciclisti già percorrono. Per nove ciclabili che sarebbero dovuto essere completate entro il 2024, ancora non ci sono i cantieri. Come, per esempio, per quella tra viale Liguria e Cassala o quella tra Rogoredo e Corvetto. Mentre sono stati anticipati i lavori per la ciclabile di corso Monforte, completata un anno prima del previsto.
Anche delle sei velostazioni, che erano state messe a bando nel 2022, ancora non ci sono i cantieri. Bignami, Centrale, Bisceglie, Maciachini, Molini Dorino e Romolo, sono le postazioni messe a gara. «Ad oggi l’unica che risulta esseredei ritardi sui singoli progetti, noi vorremmo che venisse fatto un discorso complessivo e venisse disegnato un vero biciplan per la città. Ci sono piste realizzate anni fa e ora sono inutilizzabili. Un vero segnale l’amministrazione avrebbe potuto darlo con la città a 30 km ora, un modo per far convivere tutti i mezzi in sicurezza in strada».
Oggi Palazzo Marino conta 328 chilometri di itinerari ciclabili. Altri cinque chilometri sono stati completati quest’estate: corso Sempione e il percorso tra piazza Napoli e Largo Giambellino. Il conteggio, però, secondo le associazioni per la mobilità sostenibile sarebbe in parte « falsato » perché tiene conto di circa 70 km costituiti da strade « dove semplicemente il limite è stato portato a 30 chilometri all’ora, ma dove non è presente alcuna pista ciclabile o indicazione della presenza di persone in biciclettain corso di realizzazione è quella prevista al capolinea della metropolitana 1 Bisceglie», spiega il dossier.
« Non è solo un problema relativo alle ciclabili future — spiega Davide Branca di “ Non vediamo l’ora” — , ma c’è anche un tema di manutenzione dei percorsi già realizzati. Non c’è una programmazione e una vera attenzione. Manca un piano di flussi della città e un vero sistema infrastrutturale tre le ciclabili esistenti e future. Al di là».Quest’ultimo anno la programmazione ciclabile di Palazzo Marino ha subito un rallentamento dovuto all’attesa per la riforma del codice della strada. La legge metterà al bando le bike- lane, i percorsi per le biciclette che i Comuni, come Milano, realizzano con una semplice tracciatura sull’asfalto, separate dal resto della carreggiata solo dalla segnaletica orizzontale. Oltre, dunque, a dover fare i conti con le corsie per le bici già costruite, sono in bilico anche quelle future che attendono direttive più precise a livello nazionale per proseguire l’iter. Storia pressoché identica è quella delle Ztl. Da San Siro, al quartiere Isola, fino a quella di Montenapoleone. Le telecamere sarebbero già pronte ad accendersi, ma il Comune aspetta di vedere cosa prevederà il nuovo codice della strada.
fonte: Repubblica