Un investimento da due milioni di euro per 16 colonnine di ricarica ad Assago, alle porte di Milano. Ultraveloci. Con una potenza di 400 chilowatt ciascuna, per complessivi 6,4 megawatt. Potremmo definirla una vera spinta alle infrastrutture per le auto elettriche, storicamente in ritardo nel nostro Paese.
Si tratta del quarto hub di ricarica dell’azienda Electrip Global, società angloturca specializzata nel settore della mobilità elettrica. La quarta stazione dopo le aperture di Aosta (maggio 2024), Rondissone (Torino, settembre 2024) e Caserta (Napoli, dicembre 2024).
Potranno effettuare la ricarica fino a 32 auto simultaneamente, corrispondenti a oltre 1.500 veicoli al giorno, con energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili. Ogni auto, in soli 15 minuti, potrà garantirsi 300 chilometri di autonomia.
E’ un impianto incluso del progetto d’espansione di Electrip (joint venture tra la società di investimenti Wren House Infrastructure e la turca Zorlu Enerji) che, spiega il top manager De Sanctis, «ha un piano d’investimenti di oltre 1 miliardo di euro, a livello globale, entro il 2030, di cui almeno un terzo destinato all’Italia, in funzione dell’andamento del mercato».
Da noi ci sono però alcuni nodi che potremmo definire di sistema. Manca ancora un piano nazionale che identifichi una percentuale minima di posti da elettrificare nelle grandi aree di parcheggio, nelle nuove aree di parcheggio e nelle aree di parcheggio pubblico. Servirebbe per le auto elettriche un approccio simile a quello seguito oggi per garantire una percentuale di posti auto alle persone con handicap. Una norma che definisca in modo chiaro le percentuali di posti che i parcheggi devono dedicare alla ricarica delle vetture elettriche e le tempistiche entro cui completare la loro realizzazione.
Serve semplificare l’iter autorizzativo verso le autorità locali competenti in materia (tipicamente i comuni, i distributori di energia e il gestore della rete di distribuzione). Sarebbe utile uno sportello dedicato che faccia da unico punto di contatto per le autorizzazioni. Un procedimento veloce, digitale, automatizzato e con tempistiche certe permetterebbe di ottimizzare investimenti e le tempistiche di realizzazione.
fonte: Corriere.it