Stretta in arrivo per chi passa col rosso. Sono iniziati ieri i lavori per l’installazione di quattro nuovi varchi con “ T- Red”, le telecamere che fotografano e multano direttamente chi non rispetta i semafori.

Ecco gli incroci dove sgarrare costerà automaticamente 167 euro (222 tra le 22 e le 7 del mattino) e una sforbiciata da sei punti di patente. Qui non servono i controlli dei vigili, chi sfreccia col rosso non ha scampo: in zona Portello i due incroci di viale Scarampo con viale Vigliani e viale Teodorico più quello tra viale Alcide De Gasperi e viale Serra. Stesso quartiere, ma più in periferia, gli occhi elettronici sorveglieranno l’intersezione tra viale Certosa, piazzale ai Laghi e viale del Ghisallo. Tutti entreranno in funzione entro la fine dell’anno. Oggi a Milano i T- Red infunzione sono posizionati a questi incroci: viale Certosa — viale Monte Ceneri, via Mac Mahon — viale Monte Ceneri, viale Serra — viale Scarampo, viale Marche — via Taramelli, viale Zara — viale Marche, viale Fulvio Testi — viale Ca’ Granda, corso Indipendenza — via Bronzetti e via Francesco Sforza — corso di porta Vittoria.

In programmazione, nell’ottica di un raddoppio annunciato da Palazzo Marino un anno e mezzo fa circa, ci sono altri cinque incroci: viale Carlo Troya — viale Misurata — piazza Napoli, viale Fulvio Testi — via Chiese — via Ponale, viale Stelvio — via Valtellina, viale Sauro — viale Zara — viale Stelvio, viale Fulvio Testi — via Santa Marcellina — via Santa Monica. A questi potrebbe aggiungersi anche un dispositivo sull’intersezione tra via Bazzi, via Lampedusa, viale Giovanni da Cermenate e via Antonini.

L’operazione, insieme all’arrivo di nuovi autovelox, rientra nelle priorità che il Comune si è dato per diminuire gli incidenti stradali. Solo una settimana fa sono morte tre persone, quindici dall’inizio dell’anno.

Nel solo Comune di Milano sono 18 attualmente gli autovelox fissi che sorvegliano la città e altri 16 dovranno essere installati tra quest’anno e il 2025.

Blindarsi sulla legittimità degli impianti è fondamentale: Milano, come gli altri comuni, si è sempre attenuta all’unico percorso possibile, quello dell’autorizzazione ministeriale. La Cassazione dice che serve invece un altro iter di approvazione, l’omologazione, ma lo stesso ministero non spiega come ottenerlo. O si esce da questo vicolo cieco o il rischio di ricorsi è sempre dietro l’angolo.

fonte: Repubblica Milano