La protesta degli operatori mette in crisi le Funicolari ed aggiunge un ulteriore problema in un’estate difficile sul fronte trasporti. «Lavoriamo con il caldo a 35 gradi e ci negano i 25 euro per coprire i turni scoperti del periodo estivo che invece sono riconosciuti agli altri dipendenti » , affermano, attraverso il sindacato Usb, i lavoratori delle Funicolari che da circa due settimane rifiutano di effettuare straordinari. E così i prolungamenti previsti spesso sono annullati all’improvviso e la chiusura delle Funicolari è anticipata con utenti avvisati da annunci scritti, anche a penna, su fogli A4 appesi ai cancelli delle stazioni.
Situazione imbarazzante perché chi ha previsto di spostarsi con un mezzo pubblico confidando nell’orario ufficiale, scopre poi che la realtà è ben diversa. È accaduto per tutta la settimana alla Funicolare di Chiaia e la scorsa a quella Centrale. Ieri è rimasta chiusa quella Mergellina, anche se in questo caso era stato anticipatamente comunicato da Anm. Situazione critica non solo per gli impianti a fune, che rischia di diventare sempre più complicata con l’avanzare dell’estate.
Il servizio di trasporto deve fare a meno di mezza tratta della Linea 1 della metropolitana, interrotta fino a settembre per lavori ai binari dai Colli Aminei a Piscinola. E c’è la Linea 6 che, quando va bene, chiude alle 15.
«Ci sono difficoltà che stiamo affrontando e in questi pochi mesi dal mio incarico vedo grande partecipazione e impegno di tutti i lavoratori. C’è carenza di personale, ma sono stati banditi i concorsi e ci saranno 50 assunzioni » . Messaggio di ottimismo per il futuro da parte della neo-presidente ANM. Ma, nonostante l’impegno di Comune e azienda, chi guida i treni nelle Funicolari annuncia battaglia: “ Costretti a operare in cabine roventi, prive di aria condizionata, affrontando turni massacranti sotto il sole, con temperature superiori ai 35 gradi, spesso senza acqua refrigerata, carta igienica o sapone nei bagni – sostiene Usb – e sono esclusi ingiustificatamente da ogni forma di incentivo. Eppure sono proprio loro a garantire, spesso con turni aggiuntivi su base volontaria, il minimo servizio ancora oggi offerto ai cittadini”.
Fonte: Repubblica