Lunedì a Parigi la fermata della linea 6 di Chiaia sarà premiata al Prix Versailles per essere entrata nella lista delle sei stazioni più belle del mondo. Si tratta di uno dei più importanti riconoscimenti di architettura e design che viene assegnato nella sede dell’Unesco della capitale francese. Prevede diverse categorie come aeroporti, campus universitari, impianti sportivi, musei, hotel e stazioni.
Non è ancora una classifica, ma colpisce che nell’elenco ufficiale dei “laureati” Chiaia compaia davanti alla Grand Central Madison di New York. Nel prestigioso e ristretto elenco sono compresi veri e propri gioielli di architettura come l’austriaca Schafbergbahn Station di Sankt Wolfgang, la Bell Station di Melbourne in Australia, la stazione di Beijing in Cina e la Matabiaum a Toulouse in Francia. Il riconoscimento premia non solo il valore delle strutture, ma anche l’impegno e il ruolo nell’aver reso il mondo più bello, salvaguardato l’ambiente e migliorata la vita delle persone.
Progettata dall’architetto Uberto Siola, la stazione è stata inaugurata a luglio 2024 come una delle quattro nuove fermate della Linea 6 che collega piazza Municipio a Fuorigrotta realizzando l’interscambio con la Linea 1.
E come le altre stazioni dell’arte della metropolitana di Napoli, forse ancora di più rispetto a quelle che l’hanno preceduta, Chiaia offre verie propri percorsi d’arte che ne hanno fatto una meta per i turisti di tutto il mondo. L’allestimento artistico è opera di Peter Greenaway.
« Quello di Parigi per me è un importante riconoscimento professionale – afferma l’ottantaseienne archistar napoletano – e credo che sia importantissimo per la città. Non siamo sempre sugli altari per quanto riguarda la politica urbanistica e architettonica. Questa volta stravinciamo. Siamo con città come New York e Melbourne. È un premio allapari di progetti laureati. Lunedì, poi, viene individuato un primo tra i pari, ma tutti saremo premiati e festeggiati». Sulla possibilità che il riconoscimento possa rappresentare una spinta in più per continuare a investire sulle infrastrutture, Siola dice: «Bisogna chiederlo ai politici non a me. Teoricamente sì: se una città ha avuto un riconoscimento di questo genere si rafforza nella propria idea di andare avanti. Secondo me il programma dei sistemi delle stazionidell’arte è riuscito. Ormai l’idea che si deve progettare una stazione tutta legata ai trasporti non esiste più. Chi mette mano alle opere pubbliche deve aggiungere alla finalità ferroviaria, e mi scuso per il termine, anche l’obiettivo di raggiungerne altre. Nel caso di Chiaia ci sono una galleria d’arte, un grande museo, un bar, sale per caffè letterari. Per questi edifici pubblici la motivazione è il trasporto ferroviario, ma il risultato è restituire alla città strutture sempre più complesse e in grado di attirare interesse. Mi ricorda i valori che nell’Ottocento avevano le grandi gallerie urbane come la Galleria Umberto, che è la più bella del mondo, fu realizzata per collegare parti diverse della città ma alla fine è diventata anche luogo per un teatro, sale giochi, case, negozi. Sono convinto che anche la stazione di Chiaia se ben gestita diventerà un centro d’interesse della città » . Soddisfazione tangibile per il Prix, ma su una cosa Siola non ammette deroghe: « Non ho alcuna intenzione di indossare lo smoking, non ci penso proprio». Abito a parte, Cosenza parla di grandissimo onore per «essere in una lista con città come New York, Pechino, Melbourne. Ed è un onore anche perché l’evento è nell’auditorium della sede dell’Unesco a Parigi. Importantissima vetrina internazionale per Napoli, merito di un archistar partenopeo e di un grande regista come Peter Greenaway. E di tanta ingegneria strutturale ed impiantistica sempre napoletana per una difficilissima realizzazione con un forte contributo locale. L’occasione – conclude l’ingegnere, assessore nella giunta del sindaco Gaetano Manfredi – giustifica lo smoking».