Otto città in Campania superano i livelli consentiti di inquinamento dell’aria. Maglia nera ad Acerra, Napoli è al terzo posto nella classifica realizzata da Legambiente. È stato un 2024 più ricco di smog in regione rispetto al 2023 dove erano 7 le città campane “fuorilegge”.
Nel dettaglio, il report dell’associazione ambientalista per l’anno appena trascorso analizza i livelli di polveri sottili pm10, registrati dalle centraline dell’Arpac ( agenzia regionale per l’ambiente). In testa alla classifica Acerra, con 85 giorni di sforamento registrati nella centralina posizionata nella zona industriale ( a cui si aggiunge anche il dato dei 53 giorni rilevato dalla centralina di scuola Capora-le), seguita da San Vitaliano (scuola Marconi) con 57 superamenti(lo scorso anno furono ben 74) e Napoli ( zona ospedale Pellegrini) con 56 giorni.
D’altra parte va ricordato che entro ottobre 2026 l’Italia dovrà recepire la nuova direttiva europea che fissa il nuovo limite giornaliero al 2030 per il PM10 di 45 microgrammi per metro cubo, rispetto ai 50 di oggi, da non superare per più di 18 volte in un anno.
La lotta allo smog è ancora in salita. Va ricordato che i giorni di superamento del pm10 sono considerati dei momenti di picco, delle fasi acute di inquinamento che servono come campanello di allarme per le amministrazioni per prendere provvedimenti urgenti e immediati a tutela della salute. Ma sono soprattutto il parametro di riferimento che maggiormente risente delle condizioni meteorologiche – favorevoli o avverse che siano – e che non sempre rappresenta il miglioramento o peggioramento di una situazione. Per esempio è di ieri il dato diffuso dell’Arpac del primo sforamento dell’annodi polveri sottili, sull’asse Napoli- Caserta, legato in queste ore anche ai botti di Capodanno.
Sul report di Legambiente la direttrice Francesca Ferro fa notare che « ancora una volta l’obiettivo di avere un’aria pulita in molti dei centri urbani della nostra regione rimane un miraggio, come dimostra la fotografia scattata per il2024. Eppure le fonti sono note, così come sono disponibili e conosciute le azioni e le misure di riduzione delle emissioni, ma continuiamo a registrare ancora forti e ingiustificati ritardi nel promuovere soluzioni trasversali». Per Ferro «serve quindi un cambiamento radicale, attuando misure strutturali ed integrate, capaci di impattare efficacemente sulle diverse fonti di smog, dal riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura fino alla mobilità con investimenti sul trasporto pubblico. Per questi motivi, da qui ai prossimi anni, per accelerare la transizione ecologica sarà centrale adottare misure che puntino davvero sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, di condivisione ripensando anche gli spazi urbani».
Non solo. «Prioritario – conclude la direttrice – è investire su uno svecchiamento del parco autobus, puntando su un trasporto pubblico locale moderno, treni per pendolari e mobilità alternativa, senza dimenticare la riqualificazione energetica degli edifici, garantendo così una riduzione nelle emissioni dagli impianti di riscaldamento domestici».
fonte: Repubblica