Da diverso tempo comitati ed associazioni di pedoni e di ciclisti invocano l’adozione a Napoli di una “zona 30” estesa all’intera città, che comporterebbe la limitazione in tutto il perimetro urbano della velocità di auto e moto: il modello Bologna, in sostanza. Nelle citta il limite di velocità è normalmente di 50 chilometri orari, salvo diverse disposizioni. La richiesta di una “zona 30” in tutta Napoli deriva dall’incremento di investimenti mortali che hanno coinvolto negli ultimi anni i pedoni ed i ciclisti.

Episodi nei quali l’eccesso di velocità di chi guidava è stato spesso uno dei fattori determinanti, al pari della distrazione (si continuano a vedere spesso guidatori con gli occhi sullo smartphone e non sulla strada), dell’imperizia e dell’arroganza di chi ha trasformato la sua auto o la sua moto in un prolungamento del proprio ego smisurato. Il limite di 30 km orari diventa adesso realtà in un tratto del corso Vittorio Emanuele, importante strada cittadina teatro negli ultimi anni di numerosi incidenti, alcuni gravi, e dove nelle ore serali e notturne c’è chi sfreccia velocità di gran lunga superiore ai 50 chilometri orari attualmente previsti.

Il limite 30 riguarda il tratto di corso Vittorio Emanuele da piazza Piedigrotta a via San Nicola da Tolentino. Lo introduce una ordinanza firmata il 28 maggio dall’ingegnere Maurizio Attanasio, che è il responsabile al Comune del Servizio viabilità e traffico. Tra gli altri interventi previsti dal documento ci sono una serie di batterie di rallentatori della velocità ad effetto ottico in entrambi i sensi di marcia, nuovi semafori ed aree riservate all’attraversamento pedonale, isole triangolari a raso di canalizzazione ed interdizione del traffico all’intersezione con piazza Piedigrotta, con via Arangio Ruiz e con via Francesco Giordani.

fonte: Corriere.it