Ci sono trentacinque autobus elettrici nuovi di zecca pronti a rafforzare il servizio di trasporto urbano, a partire dalla vie strette del centro storico e delle borgate marinare. Peccato che da circa un mese giacciono in un deposito di un’azienda privata di Carini, perché mancano le stazioni di ricarica con le colonnine, che non saranno pronte prima di fine settembre. Come è possibile? Semplice, le due gare finanziate con fondi Pnrr di cui si è occupato il Comune di Palermo avevano un canale diverso e non hanno corso con la stessa velocità.
È il paradosso di cui fa le spese l’Amat, la società di trasporto pubblico, che pure avrebbe bisogno di quei mezzi per rinforzare alcune zone nevralgiche della circolazione su gomma, soprattutto nel periodo estivo in cui la città è piena di turisti. Per capire quello che è successo occorre riavvolgere il nastro di alcuni mesi. A febbraio del 2023 la giunta comunale ha approvato una variazione di bilancio, per concretizzare il lotto da quasi 89 milioni di euro, a valere sui fondi del Pnrr, che il Ministero dei Trasporti aveva assegnato a Palermo per l’acquisto di 125 bus elettrici di varie dimensioni che rinnoverebbero entro il 2026 più della metà dell’attuale flotta circolante dell’Amat. Parallelamente, però, occorreva realizzare le infrastrutture di ricarica dei mezzi con un altro appalto da circa 8 milioni di euro. Le prime tre saranno realizzato nel deposito di via Roccazzo, in viale del Fante e piazzale Lennon.
Era essenziale che le colonnine di ricarica fossero installate prima dell’arrivo dei bus, ma questo non è avvenuto. E così, alcune settimane fa, sono stati consegnati i primi due lotti, il primo da 8 autobus elettrici da 7 metri e il secondo da 27 mezzi da 8 metri, per un importo di circa 13 milioni Iva esclusa. Ma nessuno di questi mezzi green e nuovi di zecca che servirebbero per spostarsi nelle vie strette dei quattro mandamenti, di Mondello e di Sferracavallo e ridurrebbero le emissioni e le spese energetiche, ha ancora lasciato le rimesse. Anzi sono custoditi da un’azienda privata a Carini per preservare le batterie. Altri tre lotti, uno da 20 bus di 9,5 metri, il secondo da 34 mezzi da 10 metri e il terzo con 54 per 12 metri, sarannoconsegnati alla fine dell’anno. Ma saranno utilizzabili solo se ci sarà un’infrastruttura attrezzata per ricaricarli.
« Le gara sono state seguite dal Comune di Palermo e non da Amat – dice il presidente dell’azienda del trasporto pubblico Giuseppe Mistretta – la prima, cioè quella dei bus, è stata gestita tramite la Consip (la centrale di committenza dello Stato ndr) e ha avuto tempi molto rapidi, la seconda per realizzare le colonnine di ricarica è stata fatta sul mercato con tantissimi passaggi procedure e pensiamo che porterà alla realizzazione di tre stazioni di ricarica entro la fine di settembre. Di sicuro questi primi 35 bus ci serviranno tantissimo per programmare l’offerta del centro storico e delle borgate marinare, si tratta di mezzi piccoli e funzionali».
Con i fondi di coesione dovrebbero arrivare tra ottobre prossimo e marzo del 2025 altri 54 bus: un lotto da 18 ad alimentazione elettrica e altri due lotti di mezzi alimentati a metano, il primo da 20 bus di 10,8 metri e il secondo da 34 di 12 metri. Quando sarà completata la fornitura, la città avrà a disposizione 143 bus elettrici e 54 a metano, per un totale di 197 mezzi ecologici, che oggi corrispondono circa alla flotta che l’Amat, a pieno regime, riesce a fare circolare per le strade. Anche se l’azienda dispone anche di circa un centinaio di bus a benzina, che sono stati immatricolati tra il 2021 e il 2023 e quindi sono giovanissimi e difficilmente verranno dismessi. Tra questi ci sono i 20 bus articolati da 18 metri che servono la linea principale del 101. Il vero nodo per il futuro sarà riuscire a mandare più mezzi dei circa 180- 190 che l’azienda a regime riesce a far uscire dalle rimesse, circa la metà rispetto tempi d’oro. Ma per farlo occorreranno più autisti e una manutenzione costante
fonte: Repubblica Palermo