L’Amat è in grado di sostenere i costi del tram nonostante questo sia in perdita di 5,4 milioni l’anno. L’azienda del trasporto pubblico ha presentato un piano economico finanziario allegato al piano industriale che dimostra la sostenibilità dei prossimi tre anni del trasporto su ferro, a condizione che si aumenti il costo dei biglietti da 1,40 euro a un 1.60.

Nel piano industriale stilato dall’Amat è stata delineata la strategia per il rilancio del servizio di trasporto pubblico. L’intenzione della società è cedere i servizi in perdita, come car e bike sharing e la segnaletica stradale che perdono circa 1,6 milioni di euro l’anno. In secondo luogo l’Amat vuole aumentare le tariffe dei biglietti di venti centesimi. E infine riorganizzare il sistema dei parcheggi: saranno introdotti 4.500 stalli con strisce blu in più, sarà abolita la fascia oraria gratuita dalle 14 alle 16 e in alcune zone le tariffe subiranno dei rincari. Inoltre saranno affidati alla società e quindi a pagamento i parcheggi Giotto, Belgio, Stadio, Di Maria, Francia, Ungheria, Mongibello e Galatea. E l’Amat resterà titolare anche della ztl.

Con questo impianto la società ha certificato al Comune di essere in grado di reggere dal punto di vista della sostenibilità economica alle perdite del tram, che vengono compensate. Secondo le previsioni, il trasporto su ferro avrà una perdita di 5,4 milioni nel 2025, 5,5 per il 2026 e 5,7 per il 2027. Il rosso però viene ampiamente compensato dall’utile di circa 6,6 milioni del trasporto su gomma e degli altri servizi. Al resto si aggiunge il risparmio della dismissione dei servizi in perdita e i ricavi della ztl. La sostenibilità del tram è infatti l’ultimo nodo da sciogliere del piano industriale, prima della delibera della giunta comunale, prevista a giorni. Poi il documento dovrà passare dal voto finale del Consiglio comunale che potrà ratificare o chiedere modifiche al testo.

Una delle ragioni per cui il tram è in perdita è che la rete complessiva delle linee è incompleta. Nei prossimi due anni non è prevista l’entrata in esercizio di nuove linee, ma nel 2027 soltanto il pre- esercizio della linea C. I lavori della nuova tratta dovrebbero cominciare tra due mesi e questa collegherà il nodo di interscambio Balsamo, accanto alla stazione centrale, percorrerà il corso Tukory, poila via Basile e si immetterà sino in viale Regione Siciliana per raggiungere lo svincolo Calatafimi, dove incrocerà la linea tranviaria che arriva sino alla stazione Notarbartolo.

Ma l’Amat ha un altro problema: gli autisti. All’appello ne mancano circa 80 e allo stato attuale l’azienda manda in strada circa 140 vetture su 180. Motivo per cui riesce a coprire solo 9 degli 11 milioni di chilometri previsti dal contratto di servizio. Sono serviti a poco i 35 bus elettrici nuovi di zecca che stanno lentamente entrando a regime. Dopo essere stati fermi in deposito per circa sei mesi al costo di 700 euro al giorno, perché mancavano le colonnine di ricarica, solo i primi dieci sono entrati in servizio.

Poi c’è il problema delle officine. Senza il piano industriale non si possono sbloccare le assunzioni di 33 meccanici per le riparazioni. Il vuoto in organico costringe la società a togliere 20 autisti delle strade. Alcuni di questi problemi potranno essere risolti nelle prossime settimane quando saranno completate le procedure per le assunzioni di 100 autisti del concorso per under 30 bandito a inizio febbraio dalla società. Dopo questa selezione l’azienda ha anche aperto ad altre eventuali assunzioni, qualora non bastassero gli autisti date le uscite per il pensionamento.

fonte: Repubblica