«La Ztl è stata un atto di coraggio e uno dei tasselli della grande innovazione culturale della mobilità di questa città. Non dobbiamo dimenticare il clima nel quale è stata introdotta». Giusto Catania, il “padre” della zona a traffico limitato come assessore alla Mobilità della giunta guidata da Leoluca Orlando difende la sua creatura.

«È stato un pezzo di una grande innovazione, con le aree pedonali, le piste ciclabili, i parcheggi, il tram, il riavvio di anello e passante ferroviario. Abbiamo operato in un clima di resistenza con cartelli divelti, proteste per strada, decine di ricorsi. All’Ars si facevano le leggine contro la Ztl di Palermo, il consiglio comunale ha cercato quattro volte di cancellarla».

«Prima della pandemia la Ztl funzionava perfettamente, c’era stata una forte diminuzione del traffico e dell’inquinamento. Se adesso ci sono cinque varchi che non funzionano, non ci sono vigili che controllano, è chiaro che la Ztl non serve più a niente»..

«Quelli che adesso governano sono gli stessi che dopo la pandemia hanno votato una mozione di sfiducia contro di me perché avevo ripristinato la Ztl. Perché la dovrebbero volere adesso? Stanno continuando i nostri progetti di mobilità, tram incluso, per non perdere i finanziamenti ma non hanno una visione di questa città, ci stanno facendo tornare indietro di 50 anni, tutti in auto fermi negli ingorghi».

«Si dovrebbe andare avanti come avevamo previsto noi. Ripristinare i varchi, ampliare la Ztl prima fino al Politeama e poi fino a piazza Croci e innalzare il limite alle auto da Euro 4 a salire, sono passati quasi dieci anni dall’inizio della Ztl, all’epoca le Euro 6 erano appena uscite».

fonte: Repubblica