Invasa da auto, violata ogni sabato dal mercatino, interrotta da cassonetti di rifiuti e dall’esposizione di bici elettriche e scooter dei rivenditori. Ma anche progettata in modo discontinuo, tra percorsi a zig zag, parti disegnate sull’asfalto dove circolano le auto e zone bidirezionali che improvvisamente diventano a una corsia. Il simbolo del caos delle piste ciclabili di Palermo è la ciclovia che dalla via Oreto collega il Policlinico e il Civico al polo universitario di via Basile.
A più di due anni ( era il gennaio del 2023) dall’annuncio del maxi piano di 28 chilometri di nuove piste ciclabili finanziato dai fondi del Pnrr, l’unico corridoio ecologico che il Comune di Palermo abbia prodotto è questa pista ciclabile ancora formalmente incompleta nonostante i lavori siano iniziati a dicembre del 2023. Dopo un anno, tra stop, varianti di progetto e ripensamenti, la pista da 10 chilometri costata con le opere accessorie 2,5 milioni di euro, è un percorso a ostacoli, violato dagli incivili, che nessuno controlla e soprattutto discontinuo dal punto di vista architettonico. Basta percorrerlo il sabato mattina, quando a tutte le criticità si aggiunge il mercatino rionale che si mangia letteralmente una fetta di pista all’altezza di via Oreto Nuova, con le bancarelle e i camion a ogni angolo e attraversamento e le auto lungo il percorso scolorito dove ogni tanto affiora il simbolo di una bicicletta. Ma andando con ordine le anomalie iniziano nel rettilineo di via Oreto e il simbolo è uncommerciante che ogni giorno espone indisturbato la mercanzia, scooter, bici elettriche e mini moto, proprio sul corridoio ciclabile. Il resto è un percorso a ostacoli tra auto posteggiate e buche che si snoda tra corso Tukory, via Oreto e il Policlinico. Qui, davanti all’ospedale c’è la piazza Durante, rotonda che era un parcheggio caotico trasformata in una piazza con giochi per bambini, dove le panchine le aiuole sono transennateda mesi nonostante i lavorisiano conclusi da tempo.
« Chiediamo piste con tutti i crismi, cioè corridoi protetti da cordoli che occupano una parte della strada sottratta al traffico del auto – dice Giovanni Gioia del comitato “ Per una mobilità davvero sostenibile anche a Palermo” – Le piste sono delle infrastrutture a tutti gli effetti che vanno progettate con criterio, altrimenti si rivelano un enorme sprecodi soldi pubblici. La nuova pista ciclabile di via Oreto ha tutti i difetti possibili » .
Il progetto del resto è stato tormentato per il confronto e lo scontro con la Terza circoscrizione e alcuni residenti che hanno portato a modifiche, varianti e interruzioni di un cantiere che si trascina da un anno e mezzo e sarà completato dopo Pasqua.
Errori che non andranno commessi per il secondo lotto del piano ciclabile che è ancora in fase di progettazione.
Entro l’estate sarà definito il progetto di altri 18 chilometri di ciclovie divisi in tre tratte: la prima dal porto alla Zisa, passando dal teatro Massimo, il tribunale, la cattedrale e i Cantieri culturali; la seconda collega via Sciuti alla stazione Notarbartolo e questo stesso snodo ferroviario con la pista già esistente Villafranca- Praga e la terza tratta dalla cattedrale passerà da piazza Indipendenza e percorrerà corso Calatafimi e via Pitrè sino all’aeroporto di Boccadifalco. A questo si aggiungerà la ciclovia di via Roma, i cui lavori sono stati annunciati da mesi.
« Si può sempre fare meglio e di più, ma l’Amministrazione sta obiettivamente facendo un grande sforzo per implementare la rete delle piste ciclabili, nonostante le resistenze di una cittadinanza abituata ad un uso abnorme dell’auto – dice Ferdinando Mazzarella, uno dei coordinatori della consulta delle biciclette – Sbaglia chi critica affermando che le piste servono solo a poche persone. La prospettiva va rovesciata: la realizzazione delle piste ha l’obiettivo di incoraggiare quante più persone possibili a lasciare l’auto e a spostarsi in bici. Il resto va fatto riducendo il numero delle auto tramite limitazioni alla circolazione».
fonte: Repubblica