Dal 2027 sarà varata la stazione Foster, per accogliere i treni ad alta velocità in arrivo in e partenza da Firenze e saranno quindi liberati dalla Tav la stazione di Santa Maria Novella e il tratto che la raggiunge. Dei sette binari che collegano Firenze e Prato oggi, due sono adibiti alla linea per Viareggio, due a quella per Bologna: altri tre, in parte occupati dalla Tav, rischiano di finire in disuso, se non si troverà un’adeguata destinazione. A ciò si aggiunge che a gennaio 2026 sarà completato l’adeguamento delle gallerie della Prato-Bologna, per renderle percorribili dai treni merci ad alta velocità. E il tratto Firenze-Prato sarà ancor meno utilizzato.
Cosa meglio di un treno veloce ad alta frequenza fra le due città che si scambiano ogni giorno migliaia di pendolari e di lavoratori? Potrebbe essere l’inizio di un vero e proprio Servizio Ferroviario Metropolitano che attualmente non esiste nella nostra regione, in quanto il servizio ferroviario è su scala regionale.
Per realizzare la ferrovia metropolitana di superficie, secondo Antonio Napolitano, presidente dell’Interporto di Prato, e vicepresidente del Mir , l’organo che rappresenta le infrastrutture ferroviarie italiane, sarà necessaria una flotta di almeno quattro treni da 350 passeggeri , dal costo abbassatosi a circa 5 milioni di euro ciascuno. Si tratterebbe di treni di ultima generazione, in grado di passare da zero a 100 km/h in tre secondi e fermarsi in tempi brevissimi, con una frequenza elevata (10-15 minuti).
Tra le fermate della ferrovia, ce ne sarebbero due nuove, quella di Firenze Circondaria, in corso di realizzazione fra Rifredi e Santa Maria Novella (per l’interscambio con l’Alta Velocità), e quella di Firenze-Guidoni per l’interscambio con la rete tranviaria fiorentina.
Una volta a regime, la metro potrebbe (binari permettendo) essere estesa almeno fino a Pistoia.
Fonte: Prato tv